Michele
(Andrea De Rosa), liceale un po’ imbranato e con la
tendenza ad innamorarsi della ragazza sbagliata, dopo una
catastrofica pagella invernale viene ritirato da scuola: prenderà
lezioni private a casa e a giugno darà gli esami da
privatista. Così hanno deciso i genitori: è
l’unica possibilità di evitare che sia, per l’ennesima
volta, bocciato.
L’unica consolazione di Michele è un blog su
internet dove si dipinge come un eccezionale “dongiovanni”.
Ma quando qualcuno lo smaschera, Internet diventa un boomerang.
Michele diventa per tutto il mondo sinonimo di “ sfigato”.
Sempre più umiliato, lo studente cerca di riscattarsi
attraverso la sua nuova, giovane e bellissima insegnante privata
di italiano e latino (Sara Tommasi). Dopo aver scoperto un
suo piccolo segreto (in passato ha posato nuda per un calendario),
Michele le propone un patto: lui si metterà a studiare,
ma quando farà progressi lei si spoglierà, rifacendo
per lui i mesi del calendario. Imprevedibilmente la giovane
insegnante per la quale la promozione di Michele è
una sfida di vitale importanza, accetta.
Non sa però che il vero intento di Michele è
riprenderla con una webcam quando si spoglia per lui e mandarla
di nascosto su Internet per fare bella figura agli occhi di
chi lo deride...
Grazie al patto con l’insegnante, comunque, Michele,
per la prima volta nella sua vita, comincia a studiare. Giovane
evidentemente immaturo, durante il corso della storia, Michele
comincerà un percorso di maturazione. Sarà sufficiente
a fargli risolvere i suoi problemi sentimentali, e a farlo
promuovere?
La storia di Michele è il filo conduttore attorno a
cui si intrecciano poi varie vicende: una ragazza che si rivela
meno “santarellina” di quello che sembra, un’amica
del cuore che nasconde un segreto, una coppia che viene sempre
interrotta quando fa l’amore, una madre che - lasciata
dal marito - si innamora di un idraulico metallaro…
Come Michele, anche i protagonisti delle altre vicende sono,
a modo loro, degli ultimi della classe: a scuola, nella vita,
in amore. Ma sono divertenti, prendono la vita con leggerezza
e non hanno alcuna intenzione di arrendersi.
NOTE DI REGIA: LUCA BIGLIONE
Ultimi
della classe è una commedia sentimentale giovanile.
L’idea era quella di affrontare in modo leggero tematiche
come la scuola, l’insegnamento, Internet, i Blog, l’amore,
il fatto che la realtà spesso è diversa dall’apparenza
(come il protagonista, sfigato nella vita, eroe nel suo blog).
Tutto ciò in un susseguirsi di vicende nelle quali
si ride, senza mai perdere di vista i sentimenti. Ultimi
della classe è quindi un film leggero, ma credo
che a modo suo porti con sé anche dei concetti più
seri: per esempio, la bella insegnante privata che si spoglia
davanti all’allievo, pur citando naturalmente vari film
degli anni settanta, ha un significato un po’ diverso.
Innanzitutto è giocato sulla commedia più che
sul voyeurismo. Poi sia la professoressa che Michele hanno
in realtà scopi differenti.
E quello dell’insegnante, pur nel paradosso, si avvicina
molto a ciò che dovrebbe fare un professore: motivare
un allievo allo studio ed aiutarlo a crescere. Lei, seppure
con metodi inusuali lo fa, i professori a scuola (quella del
film, naturalmente) neanche lontanamente.
Ultimi della classe, infatti,
è un film in cui gli adulti spesso non fanno bella
figura.
I genitori di Michele, il protagonista, passano il tempo a
prendere lezioni di ballo sudamericano e non si accorgono
fino in fondo dei suoi problemi. Il padre di Cecilia, l’amica
d’infanzia di Michele, ha appena lasciato la moglie
per una ragazza.
I professori fanno di tutto meno che insegnare e motivare
davvero i ragazzi. Si salvano solo il preside e la madre di
Cecilia, che da “casalinga” disperata, riscopre
l’amore attraverso un divertente idraulico metallaro.
A
livello registico, ho cercato di fare un film molto semplice,
di mettere in scena il copione mantenendone inalterate le
sue caratteristiche di commedia giovanile e di freschezza,
senza la necessità di “giovanilismi” a
tutti i costi o di utilizzo degli estetismi dei videoclip,
se non nei momenti strettamente necessari al racconto. Ho
quindi basato la regia sul copione e sugli attori.
E proprio gli attori sono, a mio parere, una delle migliori
sorprese di questo film. E mi riferisco agli adulti ma anche
e soprattutto ai giovani.
C’è veramente una bella generazione di giovani
attori che sta crescendo. Attori che a vent’anni affrontano
seriamente il loro lavoro e sanno passare con una semplicità
incredibile dalla commedia al dramma. Alla fine, soprattutto
grazie a loro, è venuto fuori esattamente il film che
volevo: una commedia divertente, a volte un po’ “cattiva”,
attraversata da gag, ma anche da momenti di emozione e sentimento.