Il genere
umano è da sempre affascinato dalla possibilità
di una vita oltre la Terra. La letteratura e i film di fantascienza
non sono stati soltanto una fonte di intrattenimento, ma anche
un modo per incanalare le nostre domande, speranze e paure
collegate alla vita extraterrestre. Queste fantasie hanno
catturato la nostra immaginazione collettiva e hanno ispirato
lo sviluppo di una nuova tecnologia per esplorare gli orizzonti
più lontani del nostro universo e la possibilità
concreta di dimostrare che non siamo soli.
Uno dei film più originali e innovativi di questo genere
è il classico di fantascienza del 1951 Ultimatum
alla terra. Diretta dal regista Robert Wise, il film
racconta la storia di un alieno benevolo e dall’aspetto
umano, Klaatu, che atterra con la sua navicella a Washington,
con l’obiettivo di incontrare i leader della Terra e
avvertirli che la violenza che l’uomo sta commettendo
verso i suoi simili minaccia la sopravvivenza di altre civiltà
dell’universo. Con l’aiuto di Gort, la sua gigantesca
guardia del corpo robotica, Klaatu sfugge alle autorità
che tentano di catturarlo e si immerge nella cultura umana
per comprendere meglio questa specie, che sembra impegnata
soltanto nel conflitto e nella distruzione. Così, fa
amicizia con una vedova e suo figlio, imparando molto sull’umanità,
per poi alla fine sfidare il genere umano a mostrare il suo
volto migliore.
Da sempre i film di fantascienza degli anni Cinquanta erano
metafora della paura americana, ma meglio sarebbe dire occidentale,
nei confronti dell'Unione Sovietica e dei paesi suoi satelliti,
gli "altri" per eccellenza. Con Ultimatum
alla terra, iniziò a farsi strada una visione
più globalizzante del panorama in atto, andando oltre
l'appartenenza ideologica a correnti politiche o nazionaliste,
per concentrare la sua attenzione sull'uomo, animale predatore
e distruttore. Con questo remake firmato con mano ferma e
votata all’entertainment
da Scott Derrickson (L’esorcismo
di Emily Rose), l'elemento ecologico si fa più
marcato, come un certo sottotesto di ispirazione messainica,
dalle astronavi come arche, dalle piaghe di biblica memoria
che si abbattono sulla terra, fino alla trasfigurazione dell'alieno
Klaatu in Messia pronto a sacrificarsi per il bene della specie
umana.
Il
film scorre veloce nelle sue due ore di durata, grazie ad
una elegante messa in scena, ritmo sostenuto nell’azione,
effetti speciali tenuti giustamente sotto stretto controllo,
la presenza scenica di Jennifer Connelly nonostante alcuni
passaggi risultino un po' troppo repentini e forzati ed almeno
un paio di personaggi buttati un po' via , vedi lo scienziato
interpretato da John Cleese. [fabio
melandri]