Truman Capote - A sangue freddo
Capote
Regia
Bennett Miller
Sceneggiatura
Dan Futterman
Fotografia
Adam Kimmel
Montaggio
Christopher Tellefsen
Musica
Mychael Danna
Interpreti
Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins Jr.,
Bruce Greenwood, Bob Balaban, Mark Pellegrino, Chris Cooper
Anno
2005
Durata
113'
Nazione
USA
Genere
drammatico
Distribuzione
Sony Pictures Releasing
Novembre, 1959. Truman Capote legge per caso un articolo di cronaca nera del New York Times in cui si parla del massacro di una famiglia di agricoltori del Kansas. Di storie come queste sono piene le pagine di tutti i giornali ma qualcosa colpisce la sua attenzione. E’ una storia reale che nelle mani del giusto scrittore può trasformarsi in un capolavoro di finzione. Di questo è fermamente convinto tanto che si fa mandare come inviato del New Yorker in Kansas per indagare sul caso. In questo suo viaggio di lavoro si fa accompagnare dall’amica e collega Harper Lee (acclamata autrice di “To Kill a Mockingbird", ovvero “Il buio oltre la siepe”). Ma quello che pensava un semplice approfondimento di routine giornalistica si rivelerà invece una dura esplorazione introspettiva di sé e della realtà americana in cui si trova a vivere. L’incontro con gli assassini, arrestati a Las Vegas e condannati alla pena capitale, porterà Capote a vivere sulla propria pelle tutte quelle contraddizioni che hanno diviso in mille pezzi l’anima di un Paese, l’America, in bilico tra degrado morale e boom economico, avanguardia tecnologica e miopia culturale.
Capote è un inusuale biopic, in quanto parla sì della vita di Truman Capote, uno degli autori più rappresentativi della letteratura americana moderna (basti pensare a “Colazione da Tiffany”), ma è focalizzato sull'interesse del giornalista-scrittore per una storia che lo porterà ad instaurare un ambiguo quanto intimo rapporto con uno dei due killer, Perry Smith, ed a scrivere il bestseller che lo rese celebre in tutto il mondo “In cold blood” (“A sangue freddo”) e che è valse il Premio Pulitzer.
Avvalendosi di un intero cast in stato di grazia (a partire da uno strepitoso Philip Seymour Hoffmann, anche produttore, nel ruolo di Capote, già vincitore di un Golden Globe e candidato ai prossimi Oscar come miglior attore protagonista, fino a Catherine Keener nel ruolo dell’amica Harper Lee, anche lei candidata ai prossimi Oscar come miglior attrice non protagonista, a Chris Cooper in quello dell’agente Fbi che si occupa del caso Alvin Dewey, e a Clifton Collins jr in quello del killer Smith) e dell’ottima sceneggiatura che Dan Futterman (attore noto per aver interpretato il figlio di Robin Williams nel rifacimento americano di Il vizietto, Piume di struzzo di Mike Nichols, oltre che alcune puntate della sit-com Will & Grace) ha tratto dalla biografia di Gerald Clarke, l’esordiente Miller delinea il ritratto sfaccettato di una doppia America: quella sana, rassicurante e pulita dei Clutters (questo è il nome della famiglia barbaramente uccisa in Kansas) e quella senza radici, amorale e violenta degli assassini. Un dualismo che si riflette anche nella “schizofrenia” della personalità di Capote: intellettuale sensibile e arguto ma anche frivolo snob del jet set newyorkese. [marco catola]

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