Transformers: la vendetta del caduto
Transformers 2: Revenge of the Fallen
Regia
Michael Bay
Sceneggiatura
Ehren Kruger, Roberto Orci,
Alex Kurtzmann
Fotografia
Ben Seresin
Montaggio
Roger Barton
Scenografia
Nigel Phelps
Costumi
Deborah Lynn Scott
Musica
Steve Jablonsky
Interpreti
Shia LaBeouf, Megan Fox, John Turturro, Rainn Wilson, Josh Duhamel, Tyrese Gibson,
Isabel Lucas, Matthew Marsden, Ramon Rodriguez
Produzione
Bonaventura Pictures, Tom DeSanto/Don Murphy, Hasbro, DreamWorks Pictures, Paramount Pictures
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
fantascienza
Durata
150'
Distribuzione
Universal Pictures Italia
Uscita
26-06-2009
Giudizio
Media

Transformers 2 è esattamente quello che ci sia aspetta che sia: un blockbuster americano pensato per un pubblico di ragazzini. Come tale ha tutte le caratteristiche che ci si possono aspettare in un prodotto del genere e detto questo sarebbe superflua ogni parola in più. Si può parlare male di un film quando si ha la sensazione che l'autore aveva uno scopo e non è riuscito a raggiungerlo mentre qui siamo di fronte a un film che ha il solo scopo di staccare biglietti e siamo pronti a scommetterci: ci riuscirà.
I dubbi che ci hanno attraversato durante la visione del film medesimo e che qui andiamo ad esporre non sono quindi di natura estetica, ma riguardano piuttosto l'ideologia che a Transformers pare sottesa.
Hollywood, sui film acchiappa-pubblico, ci ha costruito la sua storia: sotto l'etichetta di blockbuster ci finiscono pellicole diversissime, da quelle pessime a quelle (più rare) che sembrano rivendicare un taglio autoriale e tutte sempre e comunque portatrici di una qualche morale discutibile o meno. E questo vale per tutti: dalla retorica sdolcinata del cinema classico al nichilismo vitalista della serie Fast & Furious, dalla controcultura politica della New Hollywood a quella destrorsa di certo cinema degli anni '90. Quale che fosse questa morale il film la palesava in maniera chiara, e lasciava così allo spettatore la possibilità di concordarvi o meno. Giudizio che avrebbe pesato sull'apprezzamento del film visionato. Questa caratteristica del cinema di cassetta americano ha avuto se non altro l'utilità di trasformare i film campioni d'incassi in possibili accessi alla comprensione della cultura che ne ha decretato il successo. I pessimi film di ieri finiranno col diventare i testi antropologici di domani: è un fatto, non un merito (come De Sica pare sostenere).
Transformers 2 fa un passo oltre. Invece di darsi un taglio moralistica ma comunque coerente e definito, sceglie di mettere in scena un minestrone di contenuti dove convivono ogni cosa e il suo contrario. E siamo al paradosso comunicativo: non si può parlare di semplice intrattenimento perché la volontà di veicolare un messaggio è propria del film in modo palese, ma al contempo è impossibile cogliere con chiarezza quale questo messaggio sia tanto è distorto e contraddetto dal film stesso. La presunzione di mostrarsi anti-ideologici diventa ideologia della peggiore: ancora più grave se si pensa che il film è stato pensato per giovanissimi.
Se a questo si aggiungono continui spot pubblicitari nel corso della visione il risultato è un film profondamente immorale perché abbruttisce e degrada lo spettatore e non avete idea di quanto mi costi fare a me la parte del “moralista” per denunciare una cosa del genere. [davide luppi]