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Anno
2011
Nazione
Italia, Francia, Irlanda
Genere
thriller
Durata
118'
Uscita
14/10/2011
distribuzione
Medusa Film |
Regia |
Paolo
Sorrentino |
Sceneggiatura |
Umberto
Contarello
Paolo Sorrentino |
Fotografia |
Luca
Bigazzi |
Montaggio |
Cristiano
Travaglioli |
Scenografia |
Stefania
Cella
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Costumi |
Karen
Patch |
Musica |
David Byrne
Will Oldham |
Produzione |
Indigo
Film
Lucky Red
Medusa Film
ARP Sélection
Element Pictures
Pathé
Intesa San Paolo
Irish Film Board
Section 481 |
Interpreti |
Sean
Penn
Frances
McDormand
Judd Hirsch
Eve Hewson
Kerry Condon
Harry Dean Stanton
Joyce Van Patten
David Byrne |
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Cheyenne
(Sean Penn) è una pop star da tempo ritirata dalle scene
e afflitto da una profonda crisi esistenziale. La morte del
padre, con cui non si parlava da anni, lo spingerà a
partire alla ricerca del nazista che torturò quest'ultimo.
Ricerca che darà nuovo senso alla vita stancamente trascinata
del protagonista.
Sorrentino ci regala, di nuovo, un film ironico, sottile e magnificamente
girato. Forse, e più lo vedevo più lo pensavo,
il suo film più americano o quantomeno il suo film meno
europeo. Per almeno tre ragioni che qui provo a esporre e commentare.
1) This
Must Be the Place è un Road Movie,
almeno per quanto riguarda la seconda parte, e il Road Movie
è genere americanissimo. Ovvio, i Road Movie girati
da europei non si contano e comunque uno il genere lo reinterpreta
con gli schemi culturali che ha. Un regista americano che
racconta un viaggio per gli USA sta parlando della propria
nazione e della propria esperienza; uno spettatore americano
lo sentirà affine, uno europeo ci vedrà solo
una bella storia e casomai, un viaggio di formazione. Un po'
come il cinema western. Per gli americani erano miti fondativi
carichi di ideologia, per gli europei solo Feuilleton. Poi
è arrivato Leone è ha diretto un western che
era direttamente ciò che gli europei vedevano nei western.
Ecco, e perdonatemi l'orrida definizione, Sorrentino ha girato
uno “Spaghetti Road Movie”.
2) Forse sono solo suggestionato, ci mancherebbe, ma This
must be the Place, quantomeno nel modo in
cui presenta i caratteri e a un certo stile di costruzione
drammatica, fa pensare ai film dei fratelli Coen. Vuoi per
il tema dell'ebraismo, vuoi per alcuni magistrali personaggi,
vuoi, semplicemente, perchè la moglie del protagonista
è interpretata da Frances McDormand. Sono l'unico che
ha pensato ai Coen? Non sto accusando Sorrentino di svendersi
a uno stile che non è il suo. Sto dicendo che ho captato
una più o meno consapevole influenza. Se sia una parentesi
o una naturale evoluzione dello stile di Sorrentino saranno
le sue prossime pellicole a dircelo.
3) This Must Be the Place
è ambientato in America per tutta la seconda parte,
quindi mi si potrebbe obbiettare: per forza ci vedi l'America,
è in America, fesso! Però c'è un però:
pure My Name is Tanino
era ambientato negli USA, ma io vedendolo non ho mai smesso
di considerarlo un film italiano al contrario di quanto è
accaduto con le avventure di Cheyenne.
Ah già, Sean Penn
è eccezionale, ma tanto questo già lo sapevate.
[davide
luppi]
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