La morte
di Lady D. e le sue ripercussioni sulla famiglia reale. La
reazione di Elisabetta II e il cordoglio pubblico. Un lutto
indimenticabile e l’inizio del declino. Con una flebile
luce di speranza all’orizzonte. Questo è più
o meno quello che racconta The Queen,
primo film che affronta dignitosamente e senza sbavature l’imperturbabile
universo della famiglia reale messo a dura prova da un evento
più disastroso di qualsiasi guerra mai combattuta.
La morte di uno dei personaggi pubblici più famosi
della storia inglese, Lady D., il vero flagello della monarchia
elisabettiana. Quando il 31 agosto del 1997 gli inglesi apprendono
la notizia della morte della Principessa Diana, la Regina
Elisabetta II si ritira tra le mura del castello di Balmoral
con la sua famiglia, incapace di comprendere la reazione del
popolo britannico alla tragedia. Per Tony Blair, appena eletto
Primo Ministro, è necessario trovare un modo per riavvicinare
la regina al suo popolo. Solo così la Corona si potrà
salvare dalla disfatta.
Quando si parla di Regina viene in mente un mazzo di carte
o la Regina d’Inghilterra. Nessuna come lei è
capace di incarnare ancora oggi l’istituzione monarchica.
Sbeffeggiata, detestata, adorata. E’ sempre lei l’emblema
della regalità. Volenti o nolenti gli Inglesi sono
quello che sono anche grazie alla loro Regina. E' un po’
come il Papa. Si pensa che non abbia potere ma in realtà
ce l’ha e lo esercita pure. Un principio culturale prima
ancora che politico cui noi Italiani non siamo abituati. Ma
per gli Inglesi la monarchia ha un senso. Finché è
viva Elisabetta non ci sarà mai una Repubblica in Gran
Bretagna. Ma forse gli Inglesi la Repubblica non la vogliono
proprio.
Tra finzione e immagini di repertorio, strizzatine d’occhio
e frecciate al vetriolo, Frears delinea un ritratto sorprendente
della Regina, una lady di ferro integerrima ma anche piena
di fragilità. Incapace di versare una lacrima per la
morte di Diana ma sensibile a tal punto da commuoversi di
fronte alla morte di un cervo. Pronta a farsi in quattro per
il suo popolo ma tanto miope da non comprenderne il dolore.
Una donna d’altri tempi. Nata e cresciuta quando al
governo c’era Churchill. Come si può pretendere
da lei che da un giorno all’altro cancelli il passato
e guardi al futuro rinnegando le proprie radici? Sarebbe come
chiedere al Papa di promuovere il preservativo. Un’apertura
non è impensabile ma necessita tempo. La Regina esiste
anche in quanto rappresentante proprio di un sistema conservatore.
Certo siamo nel 2006 e una regina illuminata è d’obbligo
ma la luce di cui si parla non si accende a comando con l’interruttore.
Diana è stata distrutta dalla monarchia ma a sua volta
ha distrutto la monarchia. Tutto quello in cui Elisabetta
credeva. C’è in atto tuttora uno scontro. Tra
vecchio (Elisabetta) e nuovo (Blair) mondo. Uno scontro incruento
e poco pericoloso. Ma necessario. Le due parti non sono avverse
ma complici. Per il bene di un popolo che da sempre è
legato alla sua regina. Che da sempre crede in lei. E mai
la abbandonerà. [marco
catola]