The History
Boys
rappresenta l’ennesimo tassello di quel mosaico cinematografico
riconducibile all’ambientazione scolastica che va da
L’attimo fuggente a Scoprendo
Forrester sino a Il club degli
imperatori. Otto studenti di una piccola public school
dell’Inghilterra settentrionale hanno l’occasione
per essere ammessi in una delle due università inglesi
più celebri e prestigiose: Oxford e Cambridge. Per
riuscire nel loro intento, vengono affidati alle cure di un
ristretto parco di insegnanti come il Prof. Irwin, brillante
neolaureato di Oxford ed il poco convenzionale insegnante
di letteratura Hector. Tra lezioni di vita poco ortodosse
e la scoperta delle umane debolezze i ragazzi impareranno
a conoscere il mondo ma prima di tutto se stessi.
Tratto dalla commedia vincitrice di numerosi Tony Awards di
Alan Bennett che ne ha curato la sceneggiatura rimanendo fortemente
fedele all’allestimento teatrale. Nello scrivere la
commedia, Bennett, che è uno degli autori teatrali
e cinematografici inglesi più popolari, si è
stato ispirato dalla sua esperienza personale. Da giovane,
infatti, quando ha dovuto prepararsi per gli esami di ammissione
a “Oxbridge”, avrebbe voluto incontrare uno di
quei mitici professori in cui arde la passione per la conoscenza
e l’apprendimento fini a se stessi. “Se avessi
conosciuto qualcuno in grado di entusiasmarmi come il personaggio
di Hector, tutto sarebbe stato più semplice. –
ricorda Bennett - Ci sono persone di questo genere, ma io
ne ho incontrata una soltanto durante la mia vita scolastica.
Proprio alla fine degli studi a Oxford, ho seguito un corso
di storia medievale. Si trattava di un corso minore, anzi
marginale, ma l’insegnante faceva apparire la materia
come se fosse l’unica e sola per la quale valesse la
pena darsi da fare. Esistono ancora insegnanti di questo tipo,
che sopravvivono perfino alle terribili condizioni dell’insegnamento
odierno, ma io da ragazzo non l’ho avuto e credo sia
questo il motivo per cui ho scritto di un personaggio con
un temperamento del genere”. The
History Boys non si discosta dal tipico prodotto di
genere seppur ben realizzato con giovani e sconosciuti attori
nelle parti dei protagonisti. Ma la natura teatrale del testo,
nonostante la regia cinematografica di Nicholas Hytner, che
tenta attraverso una macchina da presa a mano e sempre in
movimento di dare consistenza alla materia cinematografica,
fa si che la messa in scena risulti assai verbosa e statica,
il tutto a discapito delle emozioni che rimangono sopite sotto
un cumulo di parole. [fabio
melandri]