The Descent
id.
Regia
Neil Marshall
Sceneggiatura
Neil Marshall
Fotografia
Sam McCurdy
Montaggio
Jon Harris
Musica
David Julyan
Interpreti
Shauna Macdonald, Natalie Mendoza, Alex Reid,
Saskia Mulder, Nora Jane Noone, MyAnna Buring
Anno
2005
Durata
103'
Nazione
UK
Genere
horror
Distribuzione
TimeCode

Sei amiche per la pelle... o almeno così sembrano! Un terribile incidente da dimenticare. Un segreto inconfessabile. Un tranquillo weekend di paura... nelle profondità della terra.
Un gruppo di giovani speleologhe nel tentativo di far superare a Sarah (Shauna Macdonald) il trauma della morte del marito e del figlio, decidono di immergersi nelle viscere della terra. Ma quella che apparentemente doveva essere una tranquilla scampagnata, si rivelerà ben presto una battuta di caccia tra predatore e prede, un viaggio all’inferno abitato da demoni assetati di sangue.
Il regista e sceneggiatore Neil Marshall, autore di un piccolo cult movie Dog Soldiers, costruisce un emoglubinico horror tutto al femminile incentrato su di un gruppo di persone assediate da una presenza minacciosa. Il tema non è nuovissimo, lo stesso classico del cinema western Ombre Rosse di John Ford era basato sul medesimo assunto, per tralasciare l’immensa letteratura che ingolfa altri generi cinematografici a partire dalla fantascienza (Pitch Black, ne è un ottimo e recente esempio).
Ma il regista inglese riesce a creare in tutta la prima parte dell’opera un’atmosfera di sottile inquietudine, un senso di ineluttabile tragedia sfruttando un ambiente poco frequentato dal genere, le caverne un ambiente buio per eccellenza, e sappiamo bene come questo sia un elemento imprescindibile del meccanismo emozionale legato alla paura. Un luogo claustrofobico di suo, accentuato da una regia che schiaccia i personaggi con intensissimi primi piani che tolgono l’aria e rendono affannoso il respiro come sullo schermo così in platea. Un interessante lavoro preparatorio alla scesa in campo della minaccia che si annida tra gli interstizi naturali delle viscere dei Monti Appalachi (ricostruiti negli studi inglesi di Pinewood). Le creature che vi abitano sono cavernicoli che non hanno mai lasciato le caverne. Si sono evoluti in questo ambiente nell’arco di migliaia di anni e si sono organizzati in comunità, vivendo nelle viscere della terra con le proprie famiglie. Adattatisi perfettamente alla sopravvivenza in questo ambiente - hanno perso la vista, hanno sviluppato l’udito e l’odorato e riescono a muoversi agilmente nell’oscurità - sono arrampicatori esperti e possono salire su qualsiasi parete di roccia. Questa loro agilità a cui fa da contraltare la difficoltà dei movimenti delle ragazze in spazi così angusti, umidi e scivolosi, rappresenta uno spunto narrativo di grande efficacia per generare ‘balzi sulle poltrone’. Un altro elemento di grande interesse è il duplice campo di battaglia che si apre sotto i nostri occhi. Un fronte costituito dalla lotta tra creature ed esseri umani, ed un secondo assai più interessante che si apre tra le 6 ragazze. Una lotta per la sopravvivenza che erode lentamente le piccole e grandi certezze su cui si fonda il gruppo amicale, una lotta che è nello stesso tempo una discesa all’interno della follia umana e dei suoi più feroci istinti. La scelta di un gruppo composto da sole donne accentua queste tematiche – le donne sanno essere assai più perfide e meno disposte al perdono degli uomini – e rende l’evoluzione degli eventi meno prevedibile. Il finale è un festival dello splatter, con arti mozzati, teste divelte, sangue a fiotti che vanno a sporcare l’obiettivo della macchina da presa ed un doppio finale che lascia un’inquietudine profonda difficile da dimenticare. Brave le sei protagoniste tra cui spiccano la protagonista Shauna Macdonald possibile nuova reginetta dell’horror al servizio di Sua Maestà accanto a Natalie Mendoza (Moulin Rouge) e Nora Jane Noone (Magdalene). Un horror cha sarà difficile da dimenticare. [fabio melandri]