Fare il
giocoliere con bombe a mano, saltare da un aereo per filmare
paracadutisti senza aver prima indossato un paracadute, usare
un accendino per illuminare un serbatoio di benzina per assicurarsi
che non contenesse materiale infiammabile, sono azioni da
veri imbecilli ma che sono valsi ai loro autori il fantomatico
Darwin Award.
Non sapete cosa sia? Presto detto. Trattansi di un premio
assegnato a persone che si sono adoperate a migliorare il
pool genetico umano, a partire dalla propria eliminazione
fisica o riproduttiva. Naturalmente più imbecille è
la propria dipartita, maggiori le possibilità di entrare
nel palmares.
Sulla messa in scena di alcuni di questi accadimenti provocati
da menti poco evolute, la regista indipendente Finn Taylor
ha strutturato il canovaccio dell’omonimo film da lei
scritto e diretto avvalendosi di un cast di attori rappresentativi
del cinema indipendente americano – da Chris Penn a
Juliette Lewis, da David Arquettes alla rediviva e sempre
splendida Winona Ryder – capeggiati da un marmoreo ma
in parte Joseph Finnies.
La struttura del film è imperniata nella figura di
Michael Burrows (Joseph Fiennes) ex profiler per la polizia,
assunto da una compagnia assicuratrice per stilare profili
psicologici atti ad individuare possibili idioti candidati
al premio. Affiancato da un’assicuratrice specializzata
in casi “altamente particolari” Siri Taylor (Winona
Ryder), i due si ritroveranno per le strade d’America
per indagare su alcune di queste incredibili gesta. Su questa
intelaiatura arricchita da una improbabile caccia ad un serial
killer, si incastonano mini-storie di ordinaria stupidità
o genialità, a dimostrazione che la linea di confine
che divide l’imbecillità dal genio può
risolversi in una mera questione di punti di vista. Una sequela
di “casi umani” a dimostrazione che la mamma degli
imbecilli è sempre in cinta e che l’evoluzionismo
darwiniano – appunto – è ancora lontano
dal realizzarsi compiutamente.
Fatto salvo un buonismo latente che impernia ogni fotogramma
della pellicola, il film risulta spesso e volentieri spassoso
ed assai divertente, avendo come unico scopo dichiarato quello
di non prendersi troppo ul serio. Una via di mezzo tra Mr
Bean ed i fratelli Coen.
[fabio melandri]
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