The Covenant
id.
Regia
Renny Harlin
Sceneggiatura
J. S. Cardone
Fotografia
Pierre Gill
Montaggio
Nicolas de Toth
Scenografia
Anne Pritchard
Costumi
April Napier
Musica
Tomandandy
Produzione
Lakeshore Ent., Sandstorm Films, Spacedog
Interpreti
Steven Strait, Sebastian Stan, Laura Ramsey, Taylor Kitsch, Toby Hemingway, Jessica Lucas, Chace Crawford, Kyle Schmid, Kenneth Welsh
Anno
2006
Genere
horror
Nazione
USA
Durata
97'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing
Uscita
16-02-07

Nel 1692 cinque famiglie immensamente potenti della colonia di Ipswich, In Massachussetts, strinsero un patto di silenzio. Una delle famiglie voleva di più e fu bandita. I suoi discendenti sono scomparsi senza lasciare traccia.
Massachussetts ai giorni nostri. Quattro giovani legati da profonda amicizia frequentano la prestigiosa Spenser Academy. Oltre all'amicizia, sono uniti da antichi
legami familiari e poteri speciali. I quattro discendono infatti dalle famiglie che fondarono la colonia. Quattro appunto e non cinque. Questo piccolo dettaglio numerico, fa già intuire cosa accadrà, da parte di chi e via discorrendo. I quattro, si comportano come supereroi, manco fossimo nel quarto capitolo di X-Men, e gli umani nella loro profonda idiozia ignorano quanto si sta scatenando davanti ai loro occhi. Una vera e propria guerra per conquistare il potere più grande: l'immortalità.
Questa in poco più di due parole la trama esilissima di questo horror dalle ambizioni lillipuziane e dalla messa in scena scialba e svogliata dell'ormai ex-promessa Renny Harlin (Die Hard 2 - 58 minuti per morire, L'esorcista - La genesi) il cui divorzio dalla moglie Gina Davis deve avergli causato anche una sorta di inaridimento artistico.
Una pellicola buona per il mercato dell'home video, servito da attori per lo più sconosciuti, dalle limitate capacità espressive, probabili ex-studenti
di recitazione al CEPU. Neanche l'immancabile scena sotto la doccia, onnipresente in ogni film pseudo horror, riesce a dare la minima soddisfazione agli impulsi più bassi dello spettatore medio, così che alla giovane protagonista viene negata la possibilità di mostrare le sue due qualità, mentre al contrario i giovani protagonisti maschi, recitano (?) spesso e volentieri a bicipiti e pettorali scoperti, mostrando invidiabili tartarughe degne di un corso di abbonamento a Men's Health. Opera destianata a prendere velocemente polvere su qualche scaffale di un blockbuster qualsiasi. [fabio melandri]


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