Con
la comparsa della prima onda, ecco arrivare i/primo surfista
Serviva solo un pezzo di legno galleggiante o un blocco di
ghiaccio ed erano pronti.
Per loro era una vera e propria droga.
E andavano avanti, tramandando il gene del surf alle generazioni
successive.
Fino a poco tempo fa c’erano i campioni di una volta,
le pantere del surf che si sdraiavano
su tavole gigantesche. Erano i pionieri.
Ma nessuno aveva immaginato cosa potesse essere veramente
il surf finché non arrivò
Big Zeta.
Così Cody Maverick giovane pinguino saltatore e promettente
surfista, presenta alla troupe televisiva incaricata di girare
un documentario sul giovane pinguino, Big Zeta, il campionissimo
del surf scomparso nei riflussi in una imponente onda, padre
putativo del piccolo Cody e perno centrale nella sua assenza/presenza
di questo Surf’s Up.
Abbandonata la fredda casa materna (Ghiacciaio Terme) e lo
scetticismo familiare e della propria comunità per
affrontare la sua prima competizione professionistica nell’Isola
di Pen Gu, in occasione del decennale della scomparsa di Zeta.
Occasione per il piccolo Cody, di crescere, confrontandosi
ed imparare che talvolta il vero vincitore non è chi
arriva primo.
Commedia d’animazione che sbircia dietro le quinte del
vivace ed affascinante mondo delle gare da surf.
Un mercoledì da leoni con i colori pastelli
del cartoon, un Point Break declinato
in commedia antropomorfa con pinguini al posto di umani ed
un unico grande insegnamento: l’importante non è
vincere ma… cavalcare le onde.
Girato come un backstage in diretta, con macchine da presa
e microfoni in campo, avvalendosi di voci sportive di commentatori
italiani (Stefano De Grandis e Marco Nosotti inviati Sky sui
campi della Serie A calcistica), Surf’s Up punta su
personaggi antropomorfizzati a cui non si nega una certa dose
di realismo. Il ramo animato della Sony Pictures ha dedicato
grande attenzione ad uno dei personaggi principali di questo
film, ovvero l’elemento acqua. “Animare un surfista
è intrinsecamente difficile perché bisogna cogliere
il suo movimento e metterlo al disopra dell’ambiente
stesso che per sua natura è in continuo movimento,
ovvero l’acqua delle onde – afferma David Schaub
supervisore dell’animazione.
Il risultato è gradevole e godibile per un pubblico
pre-adolescenziale a cui il film è diretto. Personaggi
facilmente riconducibili a stereotipi ben radicati nell’immaginario
collettivo; una struttura narrativa lineare e senza troppi
salti creativi; una modalità di rappresentazione a
suo modo nuova ed originale – la forma del backstage
– aggiunta a paesaggi esotici e desiderabili ed il giochetto
è fatto.
88 minuti che volano letteralmente via sulla cresta dell’onda
ed una insana voglia di vacanze esotiche fuori stagioni sono
i due punti cardini che rendono accettabili anche agli adulti
accompagnatori, un film che altrimenti non avrebbe alcun motivo
di essere. I più piccoli si divertiranno di certo prima
di essere risucchiati dall’attento marketing pronto
a immettere sul mercato ogni forma di gadget per rendecri
ancora più familiari i vari Cody, Big Zeta, Joe Ruspante,
Tank e tutta l’allegra combriccola animale.
[fabio melandri]