Regia
J.J. Abrams
Sceneggiatura
Alex Kurtzman, Roberto Orci,
Damon Lindelof
Fotografia
Dan Mindel
Montaggio
Maryann Brandon, Mary Jo Markey
Scenografia
Scott Chambliss
Costumi
Michael Kaplan
Musica
 Michael Giacchino
Interpreti
Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Simon Pegg
Produzione
Paramount Pictures, Skydance Productions, Bad Robot Productions
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
12/06/2013
Nazione | Anno
USA | 2012
Genere | Durata
fantascienza | 134'
Nessuno è al sicuro nel futuro di Star Trek: la storia inizia raccontando di come il Capitano Kirk (Chris Pine) abbia perso il comando della nave per non aver rispettato le procedure in una missione, al fine di portare in salvo l'amico Spock (Zachary Quinto). La flotta interstellare e Londra sono colpiti e minacciati da attacchi violentissimi architettati da John Harrison (Benedict Cumberbatch), un tempo membro dell'equipaggio ed ora rivelatosi come nuova incarnazione del malvagio Kahn. Un insidioso viaggio sul pianeta Kronos sarà l'occasione per ricreare in fretta e furia la vecchia Enterprise e fronteggiare un nemico ancora più minaccioso di quanto potesse apparire.

La psicosi del terrorismo ha resuscitato i vecchi marchi un po' arruginiti del cinema occidentale con l'avallo di grandi firme registiche; basti pensare che in meno di due anni dopo Nolan con Batman, Mendes con 007 e ora Abrams, già maestro in “Lost” nello sfruttare le dinamiche di minacciosità dell'ambiente che circonda i personaggi, in questo secondo episodio del reboot di Star Trek ha avuto più o meno la stessa ispirazione. Il villain fa più paura se custodisce un passato comune con gli eroi e una volta rinnegato sfoga tutta la sua frustrazione bombardando città e amici di un tempo. L'attualità è evidentemente più persuasiva di quanto si possa immaginare e il Khan qui tratteggiato è affine allo Javier Bardem di “Skyfall”, rinnegato dall'MI5 e ancora più pericoloso perchè a conoscenza dei punti deboli dei propri nemici.

Pubblico e critica stanno rispondendo con insolito entusiasmo e tutto sembrerebbe dunque perfetto senonché in questo specifico caso, anche per chi non sia un devoto trekker, lo iato che Abrams pone con le serie tv ed i film precedenti è così deciso, che per lunghi tratti si potrebbe assistere a uno dei tanti successi attuali se non ci fosse un teletrasporto o un orecchio appuntito a riportarci in carreggiata. L'azione è così al centro della vicenda che tutti i protagonisti corrono, saltano e lottano e la stessa Enterprise (che non nasce come astronave da guerra), con un espediente narrativo viene armata proprio per dare più corpo a questa impostazione.

Come molti sapranno, tra le tante incoronazioni che questo Re Mida ha ricevuto, l'ultima e più importante viene da George Lucas, che ha affidato ad Abrams il progetto “Star Wars VII”. Viste le premesse, sulla scelta di Lucas c'è ben poco da eccepire, ma far vincere qui in modo assoluto gli effetti sui personaggi e spesso sugli attori, che convincono solo nei ruoli marginali come quello dell'ingegnere capo Simon Pegg, azzerare i dialoghi in favore di inseguimenti fra detriti stellari e scazzottate violente e scomodissime pare lasciare già intendere che ad una fantascienza più “contemplativa” e d'invenzione (quella che bene o male rappresentava Star Trek) se ne preferisca in partenza una decisamente più dinamica e d'intrattenimento. Nulla da eccepire neanche su questo, ma ridare lustro seguendo le mode e assecondando i gusti del pubblico del momento sembra un giochino un po' troppo facile.

Un ultimo cenno, in questi tempi di precariato globale, lo merita il perfido Khan, che qualcuno ricorderà come assassino di Spock in “Star Trek – L'ira di Khan”, atto che a furor di fax di protesta di fan imbestialiti venne sovvertito nell'episodio successivo, facendo serenamente rivivere il simpatico vulcaniano; anche qui, allo sventurato nemico dell'Enterprise capita più o meno la stessa beffarda disavventura con un altro membro dell'equipaggio, facendogli guadagnare la palma finora sconosciuta di “assassino a tempo determinato”. Ancora una volta insomma, in maniera inaspettata l'attualità fa sentire tutto il suo peso.
[emiliano duroni]