“Se
stai leggendo, non ti preoccupare. Dopo alcune pagine, non
vorrai più stare qui. Quindi dimenticalo e vai via.
Vattene finché sei ancora tutto intero. Salvati”
- Chuck Palahniuk, Soffocare
E riecco
Palahniuk trasposto al cinema.
Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto, e anzi ci chiediamo
perchè ci abbian messo tanto a trasporre una nuova
opera dell'autore di Fight Club al
cinema.
Qui il protagonista è un sesso dipendente che mantiene
la madre in un ospizio lavorando in un parco a tema storico
e fingendo di soffocare nei ristoranti per poi farsi mantenere
dai suoi creduli salvatori.
C'è un problema però – a parte la trama
che non torna tanto, dico – ed è che non solo
Soffocare non è Fight
Club, ma nemmeno Clarck Gregg è David Fincher
e tantomeno la recitazione di Sam Rockwell rievoca la performance
di Brad Pitt e Edward Norton: il prodotto finale è
una pellicola che sta alla narrativa di Palahniuk come il
parco a tema mostrato nel film sta alla storia reale.
Come Fight Club si comincia da
un gruppo di ascolto, la erano i malati di cancro ai testicoli,
qui sono i sessuomani di vario genere, il che permette subito,
all'invadentissima voce fuori campo (ma era un problema anche
nel film di Fincher) di dare una bella carrellata di casistica
umana.
Si continua con il protagonista che cerca di scoprire se è
un clone di Gesù e se è il caso di darsi una
regolata e metter su famiglia.
Si finisce nello sbattere contro la parete dei finali frettolosi
come è tipico di Palahniuk: ottime idee, sviluppi mediocri.
E senza un regista di calibro dietro la macchina da presa
la cosa si nota, eccome se si nota.
Leggenda del web vuole che Fincher stia per girare Ninna
Nanna. Noi aspettiamo, eh? [davide
luppi]