Un meteorite
proveniente dall’ignoto spazio profondo cade su Wheelsy,
una piccola cittadina del Texas, dove tutti si conoscono e
non accade mai nulla di particolare. Il vecchio Grant Grant
che si aggira per il bosco trova i resti del meteorite che
però nascondono un parassita alieno con intenzioni
tutt’altro che benevole. Grant viene “inseminato”
dalla viscida creatura che attraverso il suo corpo vuole infettare
il resto del mondo. La giovane moglie di Grant e il poliziotto
del paese Bill Pardy cercheranno di opporsi all'invasione
aliena...
Finalmente dopo remake mal riusciti e omaggi decisamente fiacchi
ad un genere ritornato in auge, forse troppo, come l’horror,
arriva dagli Stati Uniti un piccolo gioiello imperdibile a
metà tra la dark comedy e la science-fiction tout court
che inspiegabilmente esce in sordina e nel periodo meno propizio
dell’anno.
James Gunn, qui al suo esordio, è uno sceneggiatore
di successo. Fido collaboratore di Lloyd Kaufman della Troma
film, per la quale ha scritto il capolavoro trash Tromeo
and Juliet, si è messo in luce scrivendo nel
2004 il remake del film di Romero "Dawn of the Dead"
e curando la trasposizione su grande schermo del cartoon Scooby-Doo
nei due episodi di successo Scooby-Doo
e Scooby-Doo 2 - Mostri scatenati,
rivelando da subito la sua passione per il monsterpiece.
Slither riporta indietro nel
tempo, a tutta quella tradizione cinematografica genuina,
autentica e senza pretese che negli anni Ottanta ha appassionato
generazioni di teenager e non solo. Un tuffo nel passato dunque
senza però dimenticarsi che sono comunque trascorsi
20 anni e che la tecnologia di passi avanti ne ha fatti. Accanto
ad effetti speciali in computer grafica di ultima generazione
troviamo anche grandiosi make-up ed effetti protesici tradizionali
proprio come si usava nei film di una volta.
Il merito di Gunn sta proprio nell’aver reso il cinema
puro entertainment. Si ride e si ha paura. Tutto qui. Ma ci
sembra che non si possa (o debba) chiedere di più al
cinema. E anche al cinefilo meno avveduto non potrà
sfuggire la miriade di citazioni e omaggi che Gunn dissemina
volutamente per tutto il film. A partire da David Cronenberg
(la scena di Il Demone sotto la pelle
in cui Barbara Steele nella vasca da bagno viene attaccata
da un mostruoso vermone qui viene riproposta con la giovane
Taunia Saulnier che però riesce a liberarsene non prima
di subire una “visione” aliena e c’è
pure un negozio che si chiama Max Renn in omaggio a Videodrome)
e Brian Yuzna (in particolare il mostro formato dalla fusione
dei corpi di tutti i cittadini di Wheelsy ricorda molto da
vicino il grandioso "Society – The horror")
fino a John Carpenter (il sindaco di Wheelsy, peraltro interpretato
dal grandissimo Gregg Henry, si chiama R.J. MacReady, proprio
come il personaggio di Kurt Russell nel film La
cosa) e naturalmente a George A. Romero (per gli zombi).
Ma non solo: il mostro-palla in cui si è trasformata
una cittadina di Wheelsy che ingurgita carne di opossum fino
a scoppiare liberando l’esercito di vermoni alieni non
può non ricordare la mitica scena dei Monty-Python
in cui un uomo al ristorante si ingozza a tal punto da diventare
un pallone destinato a saltare in aria. Sono davvero troppi
i particolari che collegano questo film a tutta una scia di
b-movies del passato per nominarli tutti, lasciamo allo spettatore
il divertimento di trovarli…
[marco catola]