“Quando
inizi a credere, inizia la paura.”
E’ la differenza che passa tra il vudù, una religione
importata a New Orleans da schiavi haitiani agli inizi del 1800
e l’hoodoo, un sistema di credenze al centro della nuova
pellicola di Iain Softley. Un eterogeneo coacervo di stregoneria,
preparati a base di radici, incantesimi, pozioni, invocazioni
e scongiuri. Introdotto in America da schiavi africani, si è
poi radicato miscelandosi con le conoscenze botaniche dei nativi
americani, con il cristianesimo, il giudaismo e varie credenze
pagane di provenienza europea. L’hoodoo è una evocazione,
esalta la forza della persona. Chi lo pratica crea un incantesimo
con lo scopo di guarire, proteggere, attrarre o talvolta recare
danno. Ma la differenza principale che lo contraddistingue del
vudù, è che devi crederci per poterne subire i
suoi influssi, insomma necessita di una buona dose di suggestione.
E’ quella che poco a poco, si impossessa di Caroline Ellis
(Kate Hudson), praticante infermiera alle dipendenze di un’anziana
coppia, Violet e Ben Devereaux (Gena Rowlands, John Hurt) dopo
che il marito è stato ridotto ad uno stato semi-vegetativo
da un ictus che lo ha colpito al’interno di una misteriosa
stanza nella soffitta della vecchia casa in stile coloniale.
Una casa che nel passato è stato scenario di eventi sanguinosi
che oggi riemergono in quella rappresentazione ciclica di eventi
che è la vita quotidiana.
Un’anomala storia di fantasmi, ambientata nell’esoterico
profondo sud degli Stati Uniti, la Louisiana, che pesca come
atmosfere, luci, suoni e rumori nella tradizione del gotico
americano rivisto alla luce dell’esoterismo di matrice
africana. Un’opera di maniera, assai tradizionale nel
suo svolgimento fatta eccezione per l’inusuale e spiazzante
finale.
Un film d’attori con una Gena Rowlands inquietante quanto
basta ed un immenso John Hurt dagli intensi sguardi carichi
di angoscia e terrore. Personalmente mi è piaciuta molto
anche la ex-giovane promessa Kate Hudson (sempre più
somigliante alla madre Goldie Hawn), compita il giusto ed al
servizio degli oliati meccanismi del thriller paranormale.
[fabio melandri]
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