Shrek e vissero felici e contenti
Shrek Forever After
Regia
Mike Mitchell
Sceneggiatura
Josh Klausner, Darren Lemke
Fotografia
Yong Duk Jhun
Montaggio
David Teller
Scenografia
Max Boas, Michael Hernandez
Costumi
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Musica
Harry Gregson-Williams
Voci originali
Mike Myers, Cameron Diaz, Antonio Banderas, Eddy Murphy, Julie Andrews, John Cleese
Produzione
DreamWorks Animation, Pacific Data Images (PDI)
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
animazione
Durata
93'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
25-08-2010
Giudizio
Media

Il quarto e ultimo capitolo della celeberrima saga di Shrek inizia laddove i migliori narratori di favole hanno sempre accuratamente evitato di puntare lo sguardo, ovvero cosa succede dopo il fatidico “…e tutti vissero felici e contenti”.
Il simpatico orco verde ha tutto: la moglia Fiona al suo fianco, tre simpatici marmocchietti e una vita che scorre lenta e un po’ monotona, tra fan che chiedono autografi sui forconi e turisti che non scappano più spaventati, ma osservano divertiti questo innocuo spauracchio un pò imbolsito. Purtroppo è noto che non c’è maledizione più grande che ottenere tutto ciò che si desidera; e allora tanto vale firmare un patto col perfido mago Tremolino per rivivere un giorno da vero orco cattivo, senza rendersi conto del salatissimo prezzo da pagare: perdere tutto.
Per dare nuova linfa ad una storia che la sua evoluzione l’ha già bella che avuta, non c’è modo migliore che immaginare che non sia successo niente e provare a ripartire da zero. Sarà stato questo l’accomodante pensiero degli ideatori, che ha trovato però la sua ragion d’essere perché supportato dalle solite gag divertenti, canzoni azzeccate e personaggi ancora divertenti (nella versione originale da citare almeno un Eddie Murphy-Ciuchino in forma strepitosa). Se la maggioranza dei fan dell’orco aveva trovato nel capitolo precedente gli inquietanti segnali di un indebolimento generale di trama e trovate, qui il ritmo e il divertimento viaggiano sempre ad una considerevole velocità. Il merito sta nella scorrevolezza e nell’affidabilità degli elementi adoperati e, questa volta forse è davvero la volta buona per dirlo, all’animazione in 3D. Pur sapendo che il cartellone di film di questo tipo è in crescita esponenziale, alla fine di questi novanta minuti non è azzardato affermare che la Dreamworks ha poco da temere dalla concorrenza. Il realismo, la nitidezza dei colori, l’occasionale meraviglia di questa narrazione ipermoderna fanno sì che il grande schermo possa ancora lasciare a bocca aperta lo spettatore.
Cosa chiedere di più a questo ormai oliato congegno di spasso per grandi e piccini? Magari il coraggio di azzardare qualcosa di più nel soggetto e nello sviluppo della storia così come nella creazione di nuovi personaggi. In effetti un po’ di quel coraggio, o meglio sconsideratezza, che ha messo nei guai il nostro Shrek e che ha rischiato di farlo restare con un pugno di mosche, forse a loro non farebbe male. In fondo è da lì che nascono le grandi imprese. [emiliano duroni]