Essere
un re non è una cosa da tutti – specialmente
se sei un orco permaloso che puzza come il fondo di una palude.
Sposando Fiona, l’ultima cosa che Shrek voleva era regnare
su Lontano Lontano, ma quando Re Harold, il suo suocero-ranocchio,
improvvisamente muore, il nostro orco verde viene velocemente
reso adatto alla corona. A questo punto, a meno che non trovi
un sostituto adatto, il riluttante sedicente re sarà
regalmente incastrato per il resto dei suoi giorni.
E come se per Shrek questo non fosse già abbastanza,
la Principessa Fiona ha un’altra piccola sorpresa in
serbo per lui. Con la testa che gira vorticosamente e lo stomaco
attorcigliato, Shrek parte alla ricerca dell’unico altro
possibile erede al trono, il cugino di Fiona sparito da tempo,
Artie, uno scarso studente liceale medievale .
Mentre l’orco è assente, la sua vecchia nemesi
Principe Azzurro alza la sua bella testa e ritorna al regno
di Lontano Lontano, e nella sua mente superficiale ha solo
l’idea del riscatto. Anche con Ciuchino e il sempre
più dolce Gatto con gli Stivali dalla loro parte ci
vorrà uno sforzo da orchi – e un grandissimo
aiuto da parte di Fiona e della sua banda di principesse –
perché Shrek e Artie salvino la situazione e trovino
il loro “E vissero per sempre felici e contenti”.
Terzo e ci auguriamo ultimo capitolo, Shrek prosegue sulla
strada che lo ha portato alla notorietà e successo:
gioca con i generi cinematografici, parodia elegantemente
film e serial di successo anche se i riferimenti si fanno
sempre più cinefili e quindi godibili nella loro interezza
da un ristretto gruppo di spettatori.
Per tutti rimane invece il divertimento dato da alcune sequenze
(quella finale costruita in musical è un vero spasso)
ed idee azzeccate (i villains di tutte le favole in cerca
di redenzione) che tengono questo terzo capitolo a livello
di galleggiamento anche se nettamente inferiore ai due capitoli
precedenti.
Un filone che inizia a mostrare la corda e di cui si consiglia
un rapido pensionamento per non dover assistere alla caduta
rovinosa di un personaggio sin troppo amato da grandi e piccini.
[fabio melandri]