Un ingegnere
di successo (Will Smith) causa un incidente in cui muoiono
sette persone. Roso dai sensi di colpa, cercherà redenzione
nell'aiutare, a qualunque costo, sette persone meritevoli
e bisognose, ma finirà con lo scoprire di essere più
compatibile del previsto con la bella cardiopatica cui ha
deciso di donare il cuore (Rosario Dawson).
La grande capacità che ha il cinema di Hollywood a
rinnovarsi esteticamente nel tempo rimanendo sempre uguale
a se stesso è dovuta, lo sappiamo, al continuo assorbimento
di poetiche e stili a lui estranei; siano essi derivati dalla
lezione avanguardista, da cinematografie esotiche o da timbri
personali di singoli autori off-Hollywood.
A essere assimilato in questo film è lo stile narrativo
che ha reso celebre lo sceneggiatore Guillermo Arriaga: il
suo metodo si fa maniera nelle mani dello sceneggiatore Grant
Nieporte al suo primo lavoro per il grande schermo dopo aver
lavorato a lungo per successi televisivi quali “Sabrina,
vita da strega” e “Quell'uragano
di papà”.
La storia è frantumata all'inizio e poi lentamente
ricomposta, tanto che molti critici americani si sono chiesti
quanto una cosa del genere possa avere appeal sul grande pubblico;
altri si sono domandati quanto sarebbe stato ancora più
insulso il film se avesse avuto uno sviluppo cronologico tradizionale
fin dalla prima scena.
Questioni che interessano poco: la prima è gratuita
e non tiene conto dell'imprevidibilità del pubblico,
la seconda è ingenua nel suo voler distinguere nettamente
tra forma e contenuto della narrazione.
Avranno ragione quanti sostengono che solo Muccino avrebbe
potuto dare un tocco europeo al film? Forse si, ma noi italiani
siamo talmente assuefatti alla smielosa retorica del connazionale
(a proposito, l'ombra dell' Ultimo bacio
2 avanza minacciosa) che non riusciremmo a fari caso
nemmeno volendo.
Un solo dubbio ci concediamo: in una scena del film l'amico
di Will Smith, Dan, cerca di dissuaderlo dai suoi propositi
raccontandogli di una questione irrisolta fra loro circa una
ragazza che piaceva a entrambi ai tempi dell'università.
Dan crede di vedere in quella storia un forte significato,
ma Will lo interrompe, accusando l'amico di banalità.
Poco dopo è lo stesso protagonista che cerca di consolare
la ricoverata Rosario Dawson con una storiella/apologo circa
la sua infanzia e la decisione di diventare ingegnere. Lei,
che sperava in una storiella divertente, è delusa.
Cos'è questa? Autocritica? [davide
luppi]