Puglia,
immediato dopoguerra. Giordano è il matto del paese,
il sacrificabile che passa le giornate a bonificare la zona
da bombe inesplose. Vive insieme a due anziane zie arpie che
lo controllano giorno e notte, e con lui il suo immenso patrimonio.
Bologna. Liliana, vedova del fratello di Giordano, vive di stenti
dei piccoli sotterfugi del figlio Nino, che cova il sogno di
lavorare nel cinema. La fame e la disperazione porteranno Liliana
e Nino in Puglia a casa di Giordano, da sempre innamorato della
cognata, per riscoprire le origini della propria famiglia e
ricomporre dei torti che covano sotto la cenere del passato.
Pupi Avati è il narratore della nostalgia, il cantore
degli affetti familiari, il dispensatore di emozioni semplici
ma sincere. Realizza un cinema elegante, archetipo, puntando
da sempre sugli attori piuttosto che sulla macchina cinema.
Quando gli interpreti lo assecondano, Avati dà il meglio
di se grazie anche ad un’ottima scrittura; quando gli
interpreti sono mediocri, il suo lavoro risulta assai meno convincente.
Le circostanze della vita lo hanno portato ad ingaggiare Antonio
Albanese per il ruolo principale di questo La
seconda notte di nozze, dopo la rinuncia di John Turturro,
che con una recitazione giocata sulla sottrazione e su una vasta
gamma di sottotoni commuove e convince al pari della debuttante
Katia Ricciarelli, nel ruolo di Liliana, naturale quanto basta
per un ruolo che in verità non appare particolarmente
impegnativo. Non ci spieghiamo invece la testardaggine di Avati
nell’affidarsi alle doti recitative di Neri Marcorè
che dopo Il cuore altrove offre
un’altra prova incolore, troppo ingessato e teatrale.
Purtroppo quando il volenteroso Marcoré è chiamato
ad uscire dalle sue strepitose imitazioni e macchiette televisive,
mostra una carenza di veridicità allarmante.
Rimane comunque il ricordo di un film gradevole, che si lascia
vedere con piacere sul quale si ritagliano due piccoli ma esilaranti
spazi Angela Luce e Marisa Merlini nei ruoli delle due zie.
Un’attenzione e cura riservata ai ruoli secondari che
è raro vedere nei film battente bandiera tricolore.
[fabio
melandri]
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