David
(Mark Ruffalo) è un architetto di giardini con un grave
e doloroso lutto alle spalle. Elizabeth (Reese Witherspoon)
è un giovane medico in carriera, con una vita lavorativa
pienissima ed una affettiva vuota e solitaria. Cosa accomuna
questi due personaggi? Un appartamento a San Francisco con
vista mozzafiato sulla Baia.
Il problema è che i due vivono sotto lo stesso tetto,
ma non si conoscono, muovendosi in due mondi diversi, letteralmente.
Non roviniamo nulla anticipando che Elizabeth in seguito ad
un incidente automobilistico è sospesa tra la vita
e la morte, tra il mondo dei vivi e quello dei morti in un
limbo in cui sono chiuse le anime di quelle persone che hanno
conservato un legame irrisolto con la vita. Il problema è
che Elizabeth in principio non si rende conto della sua situazione
di “sospesa nel tempo”; ne prenderà coscienza
grazie all’aiuto di David. Inutile nascondere che i
due finiranno per innamorarsi ed ha lottare per tenere “letteralmente”
in vita il loro amore.
Tratto da un romanzo dello scrittore di lingua francese Marc
Levy, Se solo fosse vero è
una commedia lieve e godibile le cui radici si allungano indietro
nel tempo sino al 1990 anno in cui uscì sugli schermi
Ghost, commedia che ha praticamente
fondato un sottogenere cinematografico.
La commedia è godibile nella sua prevedibilità
grazie ai due interpreti Mark Ruffalo e Reese Witherspoon
che suscitano una naturale simpatia ed a una ambientazione
come San Francisco, città spettrale che sembra galleggiare
sulla nebbia che la circonda, dove ogni cosa incredibile sembra
potersi realizzare. Direttore d’orchestra il regista
Mark Waters che mette al servizio della sceneggiatura di Peter
Tolan (Terapia e pallottole,
Indiavolato) e Leslie Dixon (Quel
pazzo venerdì, Mrs Doubtfire)
il suo senso del ritmo e della messa inscena che ben si adatta
ai toni leggeri della commedia (Quel
pazzo venerdì, Mean Girls).
[fabio melandri]