L’enigmista
John (Tobin Bell), assieme alla sua aiutante Amanda, è
morto nel terzo capitolo dell’horror più seguito
degli ultimi anni. Eppure come tiene a precisare da sempre:
“Non è finita, il gioco è appena cominciato”.
Il suo ricatti psicologici continuano e le sue vittime sono
tutti coloro che non amano la vita, che non sanno apprezzarla
e sfruttarla a dovere, o che so fanno prendere la mano dalle
ossessioni…
Gli agenti dell’FBI Strahm (Scott Patterson) e Perez
(Athena Karkanis), esperti in profili criminali, intervengono
per aiutare il veterano detective Hoffman (Costas Mandylor)
per indagare sull’ultimo (sarà proprio vero?)
efferato gioco di Jigsaw. Mentre le indagini prendono corpo
su piste ipotetiche, il comandante della SWAT, Rigg (Lyriq
Bent) si ritrova suo malgrado – fino a che punto? -
coinvolto in una delle micidiali trappole del giullare pazzo.
Ha a disposizione solo novanta minuti per risolvere l’ennesima
diabolica serie di trabocchetti, interconnessi tra loro. Ma
ogni volta, ogni passaggio, viene ribadito il mantra della
pellicola: “Make your choice – La scelta è
tua”. In altri termini l’enigmista si solleva
la coscienza per ogni macabra esecuzione: la responsabilità
è di chi agisce, non dei suoi trabocchetti psicologici
e dei congegni sadici. E si va avanti così fino alla
fine della pellicola.
Di interessante rispetto ai precedenti capitoli, c’è
che viene rivelata la genesi del demone di Jigsaw, i motivi
del suo piano diabolico, svelando anche i retroscena del suo
cambiamento. Sin dalla prima scena si capisce che non è
ancora finita: l’autopsia dà la scossa agli spettatori
magari distratti o poco attenti, facendoli entrare nel clima
della pellicola e spiegando ancora una volta che l’intento
della vicenda non è cambiato. A conti fatti, niente
di nuovo.
[valentina venturi]