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Regia
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Darren Lynn Bousman |
Sceneggiatura |
Darren
Lynn Bousman, Leigh Whannell, Mark Burg |
Fotografia |
David
Armstrong |
Montaggio |
Kevin
Greutert |
Make-Up |
Patrick
Baxter |
Interpreti |
Donnie
Wahlberg, Shawnee Smith, Tobin Bell, Franky G., Glenn Plummer,
Dina Meyer, Emmanuelle Vaugier, Beverley Mitchell |
Anno |
2005 |
Durata
|
93' |
Nazione |
USA |
Genere |
horror |
Distribuzione |
01
Distribution |
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Ricordate
queste parole? “Ci sono delle regole che vanno rispettate
se si vuole sopravvivere in un film horror. Mai e dico mai si
deve fare sesso, sesso è uguale morte; mai ubriacarsi
o drogarsi, è peccato per estensione della regola numero
uno; mai dire ‘torno subito’ perché non si
torna più. Se non rispetti le regole sei un uomo morto!”
Sono le regole che Wes Craven faceva declamare da uno dei personaggi
del suo fortunato Scream, il film
teorema sul genere horror. Nel secondo capitolo elencava le
regole-caratteristiche di ogni sequel che si rispetti: “primo,
il numero delle morti aumenta; secondo, le scene del delitto
sono sempre più elaborate, più sangue, più
orrore, una carneficina; terza cosa l’assassino o gli
assassini non sono stupidi, non sono gente che si mette a replicare
i programmi, ma percorre nuove strade.” Ricordate queste
regole mentre vi accingete alla visione di questo Saw
– La soluzione dell’enigma, secondo capitolo
della saga che vede al centro dell’azione un Jigsaw, un
feroce serial killer denominato l’Enigmista che si diverte
a porre le sue vittime in condizioni estreme davanti alla libera
scelta di vivere riscattando dolorosamente una vita di fallimenti
e peccati o morire nel modo più atroce possibile.
Un angelo vendicatore, un assertore dell’occhio per occhio
(letteralmente), dente per dente, un uomo votato al riscatto
dell’essere umano più abietto passando attraverso
l’inferno. E quando sei all’Inferno, solo il Diavolo
può darti una mano.
Non staremo qui a raccontare la trama di un film che vive sul
ricordo del primo film (che aveva il pregio di avvincere per
l’originalità della trama, delle situazioni e delle
sue evoluzioni ed il difetto di non chiudersi con un epilogo
all’altezza) e si dipana attraverso una serie di situazioni
scioccanti ad alto tasso emotivo (se qualcuno è fobico
nei confronti di aghi e siringhe si tenga assolutamente lontano
da questa pellicola), colpi di scena e ribaltamenti di fronti
inaspettate e ben assestate con un finale stavolta all’altezza
della situazione e che lascia aperte le porte per un terzo conclusivo
capitolo.
Le regole del sequel sopra citate vengono qui rigorosamente
rispettate e lascio al lettore e futuro spettatore il divertimento
nel ritrovarle lungo i 93 minuti di proiezione. E l’omaggio
al maestro dello slasher Wes Craven è completato con
una netta e chiara citazione nei dialoghi del primo film del
regista di Cleveland, quando l’ultima
casa a sinistra altro non è che l’indicazione
che il serial killer da ai suoi interlocutori per ritrovare
la casa in cui sono prigionieri le sue vittime.
Diretto da Darren Lynn Bousman, qui al debutto sul grande schermo
dopo un passato come autore di videoclip e spot pubblicitari,
capace di mantenere alto il ritmo della narrazione ed accompagnarci
attraverso primissimi piani e dettagli serratissimi nel macabro
gioco dell’Enigmista, vicino, accanto e soprattutto dentro
le ferite fisiche e psicologiche che si aprono nei corpi e nelle
menti delle sfortunate prede. Supportato dal direttore della
fotografia David Armstrong, ci offre un’iconografia di
immagini dai colori pastello accesi in cui dal nero pece dello
sfondo risalta il rosso del sangue, il verde delle luci elettriche,
il giallo dei corpi mummificati e delle fiale chimiche.
Un secondo capitolo che non deluderà i fan del primo
e che offre elementi di interesse per gli appassionati del genere
horror che dopo prove opache ritorna in grande stile ad imbrattare
di rosso emoglubinico i nostri incubi peggiori.
[fabio
melandri]
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