Metti
una sera a cena i soliti amici, la solita casa, le risate
e il vino, la stessa atmosfera di sempre. E poi il buio.
Ad un tratto tutto cambia: improvvisamente capisci come tutto
intorno a te sia labile e precario, e quanto è importante
proteggere ciò che si ama. Tutto intorno a te diventa
di colpo più lontano quando stai per morire.
Ferzan Ozpetek si ritrova a girare un film corale (sulla falsa
riga de Le fate ignoranti) sull’incontro
di due generazioni, quella dei trentenni e quella dei quarantenni.
Quando Lorenzo (Luca Argentero) entra in coma irreversibile,
la narrazione ruota intorno a quella panca di un corridoio
di un ospedale, dove si alternano i suoi amici, ognuno con
le proprie debolezze da nascondere e con la propria verità
in tasca. Al centro il tema dell’ “inseparabilità”
tra Antonio (Stefano Accorsi) e Angelica (Margherita Buy),
sposati da anni e in crisi da tempo, non riescono a fare a
meno l’uno dell’altra.
La sicurezza nella vita, in assenza della famiglia tradizionale
ormai terremotata, si trova nell’amicizia e nella creazione
di famiglie allargate e non istituzionali.
Accanto a un emozionante Pier Francesco Favino, tornano Accorsi
e la Buy abbastanza stereotipati. Notevole è Ambra
Angiolini nei panni di una tossica sconclusionata, e leggermente
sotto al tono generale Luca Argentero, sebbene sarà
il perno su cui ruota tutto il gruppo.
Ozpetek torna così a filmare l'amore gay e la socializzazione
tra omosessuali ed eterosessuali, con morbidi movimenti di
macchina, dietro alla musica profondamente empatica.
L’ astrologia c’entra poco, ma non a caso Saturno
è il pianeta che quando è “contro”
al proprio segno, porta rotture, cambiamenti, nuovi incontri,
dai quali si può uscire provati, cambiati e persino
migliorati. [michela lavorato]
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