Il rosso e il blu
id.

Anno 2012

Nazione Italia

Genere commedia

Durata 98'

Uscita 21/09/2012

distribuzione
Teodora Film

Regia
Giuseppe Piccioni
Sceneggiatura
Giuseppe Piccioni, Francesca Manieri
Fotografia
Roberto Cimatti
Montaggio
Esmeralda Calabria
Scenografia
Ludovica Ferrario
Costumi
Loredana Buscemi
Produzione
Bianca Film,
Rai Cinema
Interpreti
Margherita Buy,
Riccardo Scamarcio,
Roberto Herlitzka,
Nina Torresi,
Elena Lietti

 

Un altro film sulla scuola. Un diverso angolo di osservazione del futuro? Forse. Anche se nella pellicola di Giuseppe Piccioni “Il rosso e il blu” (liberamente tratto dal romanzo "Il rosso e il blu. Cuori ed errori nella scuola italiana" di Marco Lodoli), di luoghi comuni e tipicizzazioni della realtà giovanile, ce ne sono in abbondanza. La categorizzazione dei personaggi è troppo facile: tra gli studenti c’è quello svogliato ma intelligente, la giovane bella e consapevole che dalla scuola non otterrà molto, il secchione con origini straniere, il ragazzo con problemi familiari che viene affidato ai servizi sociali. Se poi passiamo ai docenti, la catalogazione è ancor più smaccata: la preside Giuliana (Margherita Buy) che tenta di tenere in mano le redini scolastiche ma nasconde dolori privati; il supplente Giovanni Prezioso – di nome e di fatto - (Riccardo Scamarcio) pieno di buone speranze ed illusioni, che si scontra con la reale durezza della vita di classe; l’anziano professor Fiorito (Roberto Herlitzka) che non crede più nel potere dell’insegnamento e si accende sigarette in classe; l’insegnante di biologia, tanto svagata da non capire la fotosintesi.

Piccioni, che ha diretto il film nella scuola Manzoni di Monteverde, ha dichiarato: «Anziché sui problemi strutturali e sociali estremi, ho preferito puntare l’attenzione sulle persone. L’idea di portare sullo schermo il libro di Lodoli è nata dal desiderio di raccontare il luogo che è un crocevia di destini, illusioni e disillusioni, dell’incontro tra adulti e ragazzi. C’è un filo di speranza, c’è leggerezza». Eppure se il primo tempo ci introduce nell’esistenza liceale dei protagonisti, sfiorandola in superficie e regalandoci dei momenti di cattiveria (i discorsi di Fiorito sono amari ma comprensibili e spassosi), il secondo cerca di tirare le fila dei temi trattati, perdendosi però nella ricerca del lieto fine. Eleganti pennellate, spunti critici lasciati in sospeso, come il passaggio nella vita privata della preside Giuliana a cena con il marito (Gene Gnocchi) o la memorizzazione dei nomi degli studenti di Prezioso dentro casa sua (perché vediamo gente al suo interno?), che alla fine lasciano una sensazione di incompiuto. Peccato. [valentina venturi]