Rogue il solitario
War
Regia
Philip G. Atwell
Sceneggiatura
Lee Anthony Smith,
Gregory J. Bradley
Fotografia
Pierre Morel
Montaggio
Scott Richter
Scenografia
Chris August
Costumi
Cynthia Ann Summers
Musica
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Interpreti
Jet Li, Jason Statham, John Lone, Devon Aoki, Luis Guzman, Aul Rubinek, Ryo Ishibashi
Produzione
Lionsgate, Mosaic Media Group, Fierce Entertainment
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
103'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
18-07-2008
Giudizio
Media

“Nel nostro lavoro niente è come sembra”.
Da questa frase prende il via la pellicola diretta e scritta da Philip G. Atwell. L’agente dell’FBI Jack Crawford (Jason Statham, già visto in Lock & Stock - Pazzi scatenati, diretto da Guy Ritchie e in The Italian Job di F. Gary Gray), scopre drammaticamente che Chang (John Lone), suo collega e ovviamente amico, è morto. Il suo corpo, insieme a quello della moglie e della figlia è stato bruciato vivo.
Il poliziotto giura vendetta. Pazientemente aspetta che si rifaccia vivo in città il killer Rogue (Jet Li), anche conosciuto con il nome di Solitario. Nel frattempo però si separa dalla moglie: la sua mente è occupata solo dall’idea di ottenere giustizia. Passano tre anni e in un locale gestito dalla mafia giapponese dove si è svolta una sparatoria, Jack trova un proiettile particolare, che può appartenere solo all’omicida. È arrivato il momento di dar pace alla memoria di Chang. Jack, con l’aiuto di un team ben assortito, si mette sulle tracce di due boss: Chang (John Lone), capo della mafia cinese e Shiro (Ryo Ishibashi), boss giapponese della Yakuza. È convinto che il Solitario sia alle dipendenze di una delle due famiglie. Senza un chiaro motivo apparente, infatti, Rogue si muove agilmente tra i due clan, usandoli a suo piacimento con uno scopo fino alla fine poco chiaro (e molto contorto)…
Tra pedinamenti, inseguimenti in automobile (varia pubblicità occulta), poliziotti più o meno corrotti, sparatorie poco innovative, statue equestri inspiegabilmente preziose, un inutile utilizzo di Katana e dialoghi spesso scontati, il film prosegue per un’ora e quaranta minuti.
Sulla carta avrebbe potuto essere un altro action movie basato sullo scontro tra Oriente e Occidente, magari ben girato e con scene coinvolgenti. Invece il regista Philip G. Atwell ha solo imparato bene la lezione di Tony Scott e di Michael Mann. I due protagonisti, poi, sono raramente espressivi. Il mitico Jet Li, certo famoso non per la recitazione, per gran parte del film è immobile; Jason Statham si prende troppo sul serio, senza risultare incisivo o credibile. Meglio Rush Hour.
[valentina venturi]