Per una
perfetta 'riunione di famiglia' occorre seguire attentamente
quattro semplici regole. Primo: Ricorda bene le bugie che
hai raccontato.... Secondo: Se inviti la tua fidanzata, tieni
alla larga l'amante.... Terzo: Attento a tuo padre, è
un dongiovanni... Quarto: Scegli bene cuochi e camerieri…
Quinto: “Non andare a letto con mio padre… e neanche
con mia madre…” parola di Thomas Vinterberg che
continua: "Riunione di famiglia vuole ricominciare dove
si era concluso il mio ultimo film danese, dopo una lunga
ricerca di una personale forma espressiva attraverso altre
lingue e altri generi. L’obiettivo è stato rifare
Festen in chiave di commedia,
raccontando i conflitti interni a una famiglia in modo divertente"
In una piccola cittadina danese sono tutti in subbuglio: a
giorni si celebreranno i 750 anni della nascita della città
e il famoso cantante d’opera Karl Kristian Schimdt,
nato e cresciuto lì, torna a casa per l’occasione.
In un concitato clima d’operetta fervono i preparativi
di tutti gli abitanti: tra i partecipanti c’è
anche il giovane cuoco Sebastian, destinato a breve a convolare
a nozze.
A mettersi di traverso, tuttavia, è un’amica
d’infanzia di cui il ragazzo si riscopre perdutamente
innamorato. Ma un altro bruciante segreto, che lega Sebastian
allo stesso Karl Kristian, sta per essere rivelato dopo tanti
anni.
Thomas Vinterberg torna a raccontare dinamiche familiari all’interno
di una ricca e colorata commedia degli umori, ponendo al centro
della sua indagine “la fragilità degli esseri
umani, la loro ricerca delle affinità elettive, le
richieste e le aspettative, la completa incapacità
di gestire le proprie emozioni. In Riunione di famiglia –
continua il regista - ho cercato di mettere a confronto le
due nature dell’uomo: quella pura, giovane e innocente
e quella corrotta e viziosa. Inoltre, ho voluto esaminare
i due aspetti dell’amore: quello immenso, incomprensibile
e totalizzante, che ti paralizza, e quello che si è
affievolito con gli anni e rischia di lasciare un vuoto assordante.”
Lontano dal formalismo autoreferenziale ed egocentrico di
Lars Von Trier, Vinterberg costruisce personaggi sfaccettati
e dalla psicologia sottile posti in situazioni “estreme”
o quanto meno inusuali, che producono svelamenti e rivelazioni
che suscitano d’impatto risate e divertimento, ma condito
di un velo malinconico che conduce, a freddo, alla riflessione.
Una commedia disincantata che è puro ossigeno per cuori
e cervelli. “Volevo mostrare una vita che è all’inizio,
ma con un passato che ritorna, e un’altra, piena di
ombre e miserie, che all’improvviso sta per giungere
alla fine. Il senso della provvisorietà dell’esistenza
e del suo assottigliarsi è un pensiero per me ricorrente
e che mi scuote nel profondo…” Applauditissimo
all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma.
[fabio melandri]