Andrew
Paxton (Ryan Reynolds, per ora noto soprattutto per essere
il consorte di Scarlett Johansson) è un giovane impiegato
newyorkese di una grande casa editrice. Da tre anni è
l’assistente di Margaret (Sandra Bullocks), donna in
carriera, arrivista e senza scrupoli che lo comanda a bacchetta
. Ma la neo Miranda non è americana, ha origini canadesi
e il suo visto è scaduto. Deve necessariamente tornare
per un anno in Canada avendo violato le regole dell’immigrazione.
Questo significa perdere il posto di lavoro e il prestigio
raggiunti. A meno che non si sposi con un americano…
Chi meglio del servile Andrew può risolverle tutti
i problemi? O la sposa facendola diventare cittadina americana,
o lo licenzia. Al sottoposto non resta altro che stare al
gioco, ponendo però con scaltrezza delle rigide condizioni,
tra cui un viaggio in Alaska (paese d'origine del ragazzo)
per festeggiare i novant’anni della nonna. Con riluttanza
Margaret e Andrew giurano di portare fino in fondi il piano,
ma l’accogliente e stravagante famiglia Paxton stravolge
i loro piani.
Un pasticcio mal riuscito, ecco cosa è la pellicola
diretta da Anne Fletcher. L’autrice di 27
volte in bianco realizza un desolante mix di altri
film comici, tutti dominati dal lieto fine. Pellicole come
Una donna in carriera, Green
Card, Il diavolo veste Prada
e Ti presento i miei, sono il
puzzle di Ricatto d’amore,
commedia incentrata sui battibecchi dei due protagonisti che
all’inizio si odiano e alla fine non possono fare a
meno di ammettere che ‘stranamente’ la scintilla
è scoccata.
Ad aggravare la situazione c’è la sceneggiatura
di Peter Chiarelli: senza mordente, a volte sciocca e inadatta
a tenere il ritmo che al contrario il genere richiederebbe.
La Bullock sembra spinta da una forza sovrannaturale che la
obbliga ad essere simpatica a tutti i costi. Eppure le scene
dello spogliarello o del balletto nel bosco lasciano dubbiosi
sulla funzionalità narrativa e stupefatti per l’inutilità.
Un film evitabile. [valentina
venturi]