Il respiro del diavolo
Whisper
Regia
Stewart Hendler
Sceneggiatura
Christopher Borrelli
Fotografia
Dean Cundey
Montaggio
Armen Minasian
Scenografia
Michael Joy
Costumi
Maya Mani
Musica
Jeff Rona
Interpreti
Josh Holloway, Sarah Wayne Callies, Blake Woodruff, Joel Edgerton,
John Kapelos, Teryl Rothery, Dulé Hill, Michael Rooker
Produzione
H2f Entertainment, Deacon Pictures
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
95'
Distribuzione
Eagle Pictures
Uscita
23-01-2009
Giudizio
Media

“Si tratta di un film a metà tra Ransom-Il Riscatto e The Omen - spiega il produttore Paul Brooks - E’ un richiamo a registi come Richard Donner (The Omen) e Mervyn LeRoy (Il Giglio Nero) ma con un taglio più moderno. Parla di quello che accade quando le persone rimangono intrappolate a causa delle loro stesse azioni.” Ancora: “Il film è imperniato sulla figura del bambino e su una serie di personaggi intelligenti con i quali le persone possano identificarsi,” azzarda un secondo produttore Damon Lee.
Della serie: le vie per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni… che rimangono sulla carta. Il respiro del diavolo è un mediocre prodotto girato per la televisione e riciclato sul grande schermo grazie alla presenza-esca di Josh Holloway (il Sawyer di Lost), qui nei panni di un ex galeotto appena uscito di prigione e fortemente intenzionato a rifarsi una vita… onesta. Intenzione che resiste l’arco di dieci minuti dieci, il tempo di un rifiuto di prestito in banca per acquistare un ristorante, per gettarsi nella classica offerta di un lavoretto facile facile: rapire un innocuo ragazzino e chiedere un riscatto alla sua facoltosa famiglia. Peccato però che il ragazzino si mostrerà molto più intelligente e diabolico rispetto alla sua età, e la banda di sequestratori si rivelerà assai più stupida ed inetta degli apprendisti furfanti di Mamma ho perso l’aereo.
Dei personaggi intelligenti di cui prima si è persa ogni traccia, forse rimasti nella penna dello sceneggiatore Christopher Borrelli all’interno del suo castello a Beverly Hills, mentre le occhiatacce del ragazzino, Blake Woodruff, riescono ad assumere espressività solo attraverso gli effetti speciali usati con una certa parsimonia. Per il resto il film acclude ogni stereotipo del genere horror-demoniaco, senza farsi mancare di nulla all’interno di un vuoto pneumatico di idee, creatività, intelligenza, suspence. Classico fondo di magazzino uscito in anticipo rispetto la calda stagione estiva che dovrà arrivare. Peccato veder coinvolto in tale operazione un Signor Direttore della fotografia come Dean Cundey (The Fog, Halloween, La cosa con Carpenter; Chi ha incastrato Roger Rabbit; Jurassic Park; Apollo 13; la trilogia di Ritorno al Futuro) . [fabio melandri]