Rent
id.
Regia
Chris Columbus
Sceneggiatura
Stephen Chbosky
Montaggio
Richard Pearson
Fotografia
Stephen Goldblatt
Musica Originale
Jonathan Larson
Arrangiamenti musicali
Rob Cavallo
Interpreti
Adam Pascal, Anthony Rapp, Rosario Dawson, Jesse L. Martin, Wilson Jermaine Heredia, Idina Menzel, Tracie Thoms, Taye Diggs
Anno
2005
Durata
135'
Nazione
USA
Genere
musical
Distribuzione
Sony Pictures Releasing

Il film si apre su un palcoscenico spoglio di un vecchio teatro di Broadway. L’intero cast schierato uno accanto all’altro intona Season of Love, il canto di iniziazione e di dichiarazione di intenti “525.600 minuti, 525.600 momenti di dolcezza, 525.600 minuti, come misuri la durata di un anno? In giorni, in tramonti, in notti, in tazze di caffè… in pollici, in miglia, in risate, in conflitti. 526.600 minuti, qual è la misura di un anno in una vita?.... 525.600 minuti, come misuri la vita di un uomo o di una donna?
Pochi minuti per rendere omaggio alle radici teatrali dell’opera e per presentarci gli attori in campo. Poi il cinema, con i suoi carrelli, dolly, steadycam per una macchina da presa che si muove, volteggia, accompagna le danze dei protagonisti segna la sua imperiosa discesa in campo sotto la direzione di Chris Columbus (Mrs Doubtifre, Mamma ho perso l’aereo, Harry Potter e la pietra filosofale).
Ispirato all’opera di Puccini La Bohème, il musical Rent fece il suo debutto sul palcoscenico di Broadway nel 1996, dopo la prematura morta, alla vigilia dell’anteprima dello spettacolo, per aneurisma aortico del suo autore Jonathan Larson. Da allora l’opera si è aggiudicato il Premio Pulitzer come Miglior Dramma, l’Obie Award, il New York Drama Critics Circe Award, quattro Tony e tre Drama Desk, ed è stato messo in scena in paesi come Australia, Canada, Estonia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Giapone, Messico, Olanda, Filippine, Scandinavia, Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia, Corea del Sud e Regno Unito.
Attraverso le avventure di un gruppo di borderline appassionati e ribelli – Roger (Adam Pascal), musicista in attesa dell’ispirazione per la canzone di una vita; Mark (Anthony Rapp), aspirante regista impegnato; Mimì (Rosario Dawson), esotica ballerina di lap dance tossicodipendente; Maureen (Idina Menzel), artista lesbica rivoluzionaria e compiaciuta di se stessa; Tom Collins (Jesse L. Martin), professore di filosofia, compagno di un vivace percussionista di strada di nome Angel (Wilson Jermaine Heredia) – Rent ruota intorno a due questioni fondamentali: cosa farò della mia vita? E soprattutto, con chi la voglio trascorrere?
Un inno alla vita bohemien le cui componenti vanno dall’apatia, entropia, empatia, marijuana, all’estasi, sodomia, bisessualità, con icone che comprendono Sex Pistols, Gertrude Stein, Antonioni, Bertolucci, Kurosawa, Carmina Burana, Pee Ween Herman [da La Vie Boheme]. Un vero principio di piacere, estremo, appagante ma nello stesso tempo devastante, che si scontra con il principio di realtà impersonato dal personaggio di Benny (Taye Diggs), ex componente del gruppo ora compagno impettito della figlia di un facoltoso imprenditore newyorkese. Un dualismo che si manifesta anche nello stile del film con una fotografia sporca che trasmette una forte impressione di realtà (una New York vera, poco edulcorata nei suoi colori, sapori, odori che impreziosiscono gli angoli dell’East Side Community Hig School, il Flatiron District, il Midtown di Manhattan, il Williamsburg Bride in cui il film è stato girato) ed una scelta artistica che prevede brevi passaggi dialogati all’interno di una struttura narrativa incentrata su numeri musicali e canzoni a cui è affidato il duplice compito di raccontare eventi e comunicare i sentimenti dei personaggi, accentuando l’aspetto ludico, giocoso e teatrale della composizione.
Rent è la versione decadente di Hair, ambientato nella New York dell’East Village negli anni Ottanta, esprimendo la medesima voglia di vivere in libertà e spensieratezza l’amore, le dipendenze, la gioia della vita facendo però i conti con l’AIDS, la povertà, la tossicodipendenza, l’omosessualità, le frustrazioni lavorative e la perdita di creatività.
Il talento e l’immediatezza emotiva, accentuata dal fatto di aver assistito alla morte di Jonathan Larson, dei componenti della troupe originale era uno dei punti di forza della versione teatrale di Rent. Con una scelta assolutamente coraggiosa dovuta alla mancanza di nomi di grande appeal per il pubblico cinematografico, Columbus con i suoi produttori, tra cui la Tribeca di Robert De Niro che deteneva i diritti dell’opera, hanno scelto di confermare in blocco il cast originale del musical e riassegnare loro i medesimi ruoli ricoperti nel debutto di dieci anni prima, con l’aggiunta di due new entry come Rosario Dawson (Sin City, La 25a ora, I marciapiedi di New York) e Tracie Thoms nei ruoli rispettivamente di Mimì e Joanne, fidanzata di Maureen.
Rent rimane nella sua versione teatrale e nella sua riuscitissima, emozionante e coinvolgente trasposizione cinematografica un esaltante inno alla vita perché “non c’è futuro, non c’è passato e grazie a Dio questo momento non sarà l’ultimo… dimentica i rimpianti se vuoi vivere la vita… non c’è altra strada, non c’è altro modo… l’unico giorno è oggi.” (No day, but today) [fabio melandri]

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