Magda,
Ofelia, Melena, Nuria, Reyes, cinque madri alle prese con personalissimi
problemi psicologici, affettivi, d’affari e con il matrimonio
dei rispettivi figli...gay.
Lo sfondo nonché spunto di questa boutade è la
legge che modificando il codice civile spagnolo, rende legale
in Spagna il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Viva
Zapatero!
Nonostante il regista di commedie Manuel Gómez Pereira
asserisca che l’idea del film e la stesura della sceneggiatura
risalgano ad almeno due anni fa, quando impensabile era l’idea
di una legge sul matrimonio omossessuale, il film più
che opportuno, provvidenziale e tempestivo, sembra voler cavalcare
una tematica che per quanto giusta e condivisibile, appare tutt’oggi
assai modaiola.
Impressione accentuata dalla struttura stessa del film che tarantineggia
con continui balzi temporali avanti ed indietro nel tempo, ed
incastri tra le cinque storie principali assai forzati.
La pellicola è un divertissment che accoglie in se tutti
gli stereotipi del mondo omosessuale, giocando in modo troppo
ripetitivo sulla con-fusione tra finzione cinematografica e
realtà extradiegetica (vedi Carmen Maura, che nonostante
il suo personaggio si chiami Magda, interpreta anzi è
Carmen Maura) che l’intreccio delle storie e il ritmo
elevatissimo che il regista mantiene per tutti i 97 minuti di
proiezione celano all’attenzione dello spettatore.
Di tutto ciò rimane un film al femminile costituito da
un cast eterogeneo ed in stato di grazia con la già citata
Carmen Maura assecondata da Verónica Forqué, Marisa
Paredes, Mercedes Sampietro, Betiana Blum nelle parti delle
madri oppressive che tentano a modo loro in maniera più
o meno velata di opporsi al matrimonio gay dei figli i quali
rimangono schiacciati, castrati dalla personalità attoriali
delle prime assurgendo alla bidimensionalità di macchiette
mosse da puri e semplici meccanismi narrativi.
Un cinema aldomovariano senza Aldomovar – il che non sarebbe
neanche una cosa negativa basta con registi che scimmiottano
un autore per di più ultimamente annebbiato – che
si diverte a creare una sorta di paella cinematografica inserendo
tutti quegli elementi che ti aspetteresti da un film spagnolo
anestetizzando la ricerca di novità ed originalità
insiti nella natura degli spettatori più ricercati. Figlio
di un Dio Minore nella guerra degli incassi natalizi.
[fabio melandri]
|
|