Il ragazzo con la bicicletta
Le gamin au vélo
Regia

Jean-Pierre Dardenne,
Luc Dardenne

Sceneggiatura
Jean-Pierre Dardenne,
Luc Dardenne
Fotografia
Alain Marcoer
Montaggio
Marie-Hélèn Dozo
Scenografia
Igor Gabriel
Costumi
Maira Ramedhan Lévy
Musica
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Interpreti

Cécile De France, Egon Di Mateo, Fabrizio Rongione, Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Thomas Doret

Produzione
Les Films du Fleuve, Archipel 35, Lucky Red, France 2 Cinéma, RTBF (Télévision belge), Belgacom
Anno
2011
Nazione
Belgio, Francia
Genere
drammatico
Durata
87'
Distribuzione
Lucky Red
Uscita
20-05-11
Giudizio
Media

Cyril ha dodici anni e vive in un istituto dove il padre lo ha lasciato prima di sparire. Durante la disperata ricerca del genitore si imbatte in Samanta, una parrucchiera che si prende a cuore la sorte del ragazzino e lo accoglie in casa. Le cose si complicheranno quando un bullo del quartiere cercherà di coinvolgere Cyril in una rapina.
I fratelli Dardenne con il loro neorealismo sfacciato, sono ormai imbarazzanti. Non sembrano in grado di mutare di una virgola la cifra stilistica che ha contraddistinto i loro lavori dall'inizio della carriera anche a costo di utilizzarla in modo inappropriato e scadere nella comicità involontaria.

La macchina da presa segue senza sosta il ragazzino protagonista (dannatamente bravo, non c'è dubbio) anche in quelle scene dove un simile procedimento rischia di svelare i limiti dell'estetica naturalista dei due autori finendo col disinnescarla; mi riferisco, è evidente, alla sequenza della rapina, dove il protagonista, brandendo una mazza da baseball, stende al suolo prive di sensi due persone che da quella mazza sono state appena sfiorate una volta soltanto.

Ecco allora il limite della messa in scena dei Dardenne, che è poi il limite di ogni finzione che voglia seguire canoni estetici realisti: il realismo usato come strumento non sempre riesce a coincidere con un uguale realismo reso allo spettatore. Verità profilmica e verità diegetica spesso, paradossalmente, si contraddicono fra loro: per rendere vera una finzione c'è bisogno talvolta di un sovrappiù di artificio.

In un contesto in cui la realtà mostrata è mediata da uno strumento è estremamente ingenuo pensare che le cose non stiano così. La conseguenza, l'ho detto, sono le risate in sala, ed è un peccato, perchè Il ragazzo con la bicicletta non è un brutto film, è solo vittima della sua ingenuità.
Ehi, come Cyril!
[davide luppi]