Il film
inizia con il solito ricatto morale: questa è una storia
realmente accaduta. Come se la cosa dovesse già predisporci
ad una certa accondiscendenza e magnanimità. Come se
la cosa dovesse dare un maggior peso specifico a quanto raccontato
ed al come.
Noi rifuggiamo da tutto ciò, registrando solo come
la sceneggiatura dell'inglese Allan Cubitt (un ottimo background
per la televisione britannica) sia tratta dal romanzo autobiografico
di Simon Carr, nel quale racconta la difficile arte di essere
padre dopo la perdita dell'adorata moglie, e delle difficoltà
a crescere un figlio da solo.
La pellicola da forma alle questioni cardine presenti nel
libro: come crescere un ragazzo, come superare il trauma della
perdita, come relazionarsi per la prima volta in maniera adulta
con il proprio figlio.
Ragazzi miei è un melodramma di formazione se visto
dal punto di vista del ragazzino adolescente (che presto scopriremo
essere due) che da quello del protagonista adulto che deve
imparare a fare il padre, dopo che con la presenza della moglie
in vita il suo rapporto era limitato nel tempo per via del
suo lavoro (cronista sportivo in giro per il mondo) e basato
esclusivamente sul gioco e sullo scherzo.
L'improvvisa perdita lo metterà di fronte alle proprie
responsabilità presenti e passate (recuperare il rapporto
anche con il primogenito frutto del suo primo matrimonio).
Struttura, abitudine, sicurezza i tre cardini che Joe - questo
il nome del personaggi interpretato da un misurato Clive Owen
– dovrà impostare il suo modus operandi.
Un film che se fosse stato di produzione nordamericana avrebbe
generato fiumi di lacrime e sentimentalismo straboccante.
Ma il costume australiano della confezione (regia ed ambientazione)
e la mentalità inglese (produzione e sceneggiatura)
fa si che il film si mantiene sempre un pizzico sotto il livello
di intolleranza, nonostante alcuni momenti di stanca e prevedibilità.
La mano ferma ed avvolgente del regista Scott Hicks (autore
del fenomenale Shine e poi sparito)
domina la materia, dando risalto ad un paesaggio forte ed
affascinante, capace di sottolineare psicologie ed emotività
attraverso gli elementi di cui è composto: acqua, aria,
fuoco e terra. Un bello spot per una terra lontana, misteriosa
ed al contempo pericolosa ed affascinante.
[fabio melandri]