Ragazzi miei
The Boys Are Back
Regia
Scott Hicks
Sceneggiatura
Allan Cubitt
Fotografia
Greig Fraser
Montaggio
Scott Gray
Scenografia
Melinda Doring
Costumi
Emily Seresin
Musica
Hal Lindes
Interpreti
Clive Owen, Emma Booth, George MacKay, Laura Fraser,
Julia Blake, Chris Haywood, Nicholas McAnulty
Produzione
Tiger Aspect Pictures, Miramax Film, BBC Film
Anno
2009
Nazione
Australia, UK
Genere
drammatico
Durata
105'
Distribuzione
Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Uscita
25-06-2010
Giudizio
Media

Il film inizia con il solito ricatto morale: questa è una storia realmente accaduta. Come se la cosa dovesse già predisporci ad una certa accondiscendenza e magnanimità. Come se la cosa dovesse dare un maggior peso specifico a quanto raccontato ed al come.
Noi rifuggiamo da tutto ciò, registrando solo come la sceneggiatura dell'inglese Allan Cubitt (un ottimo background per la televisione britannica) sia tratta dal romanzo autobiografico di Simon Carr, nel quale racconta la difficile arte di essere padre dopo la perdita dell'adorata moglie, e delle difficoltà a crescere un figlio da solo.
La pellicola da forma alle questioni cardine presenti nel libro: come crescere un ragazzo, come superare il trauma della perdita, come relazionarsi per la prima volta in maniera adulta con il proprio figlio.
Ragazzi miei è un melodramma di formazione se visto dal punto di vista del ragazzino adolescente (che presto scopriremo essere due) che da quello del protagonista adulto che deve imparare a fare il padre, dopo che con la presenza della moglie in vita il suo rapporto era limitato nel tempo per via del suo lavoro (cronista sportivo in giro per il mondo) e basato esclusivamente sul gioco e sullo scherzo.
L'improvvisa perdita lo metterà di fronte alle proprie responsabilità presenti e passate (recuperare il rapporto anche con il primogenito frutto del suo primo matrimonio). Struttura, abitudine, sicurezza i tre cardini che Joe - questo il nome del personaggi interpretato da un misurato Clive Owen – dovrà impostare il suo modus operandi.
Un film che se fosse stato di produzione nordamericana avrebbe generato fiumi di lacrime e sentimentalismo straboccante. Ma il costume australiano della confezione (regia ed ambientazione) e la mentalità inglese (produzione e sceneggiatura) fa si che il film si mantiene sempre un pizzico sotto il livello di intolleranza, nonostante alcuni momenti di stanca e prevedibilità.
La mano ferma ed avvolgente del regista Scott Hicks (autore del fenomenale Shine e poi sparito) domina la materia, dando risalto ad un paesaggio forte ed affascinante, capace di sottolineare psicologie ed emotività attraverso gli elementi di cui è composto: acqua, aria, fuoco e terra. Un bello spot per una terra lontana, misteriosa ed al contempo pericolosa ed affascinante.
[fabio melandri]