Radio America
A Prairie Home Companion
Regia
Robert Altman
Sceneggiatura
Garrison Keillor
Fotografia
Edward Lachman
Montaggio
Jacob Craycroft
Scenografia
Dina Goldman
Interpreti
Kevin Kline, Meryl Streep, Lily Tomlin, Lindsay Lohan, Garrison Keillor, Woody Harrelson, John C. Reilly, Virginia Madsen, Tommy Lee Jones
Anno
2005
Durata
100'
Nazione
USA
Genere
commedia
Distribuzione
Medusa Film

Trasmesso su 558 frequenze radio in tutto il Paese; seguito ogni settimana da più 4 milioni di ascoltatori in America e quasi 35 milioni nel mondo; l’anno scorso, si è festeggiato il suo trentesimo anniversario di vita. Questi i numeri di A Prairie Home Companion, acclamato programma radiofonico condotto da Garrison Keillor.
Quest’ultimo ha fatto tesoro delle mille ed una storia che si sono susseguite in tutti questi anni e ne ha tratto una sceneggiatura, intrecciando tra venature comiche, drammatiche ed un pizzico di surrealtà una serie di storie che si sviluppano nell’ambito di un orizzonte temporale piuttosto limitato che pesa su tutti come una minaccia: i musicisti, i cantanti e tutti coloro che nel corso degli anni hanno dato vita al mitico programma radiofonico stanno per scoprire che la puntata di questa sera sarà l’ultima. “Ogni spettacolo è l’ultimo spettacolo” fa notare GK (Garrison Keillor) a chi chiede lumi sul futuro. Così le due sorelle Yolanda e Rhonda Johnson (Meryl Streep e Lily Tomlin), “supersititi” di quello che una volta era un famoso gruppo country formato da quattro sorelle, fanno da madrine al debutto della figlia di Yolanda, Lola (Lindsay Lohan), sotto l’ala paterna dello stesso (nei panni di se stesso) e la complicità dei due cowboy cantanti Dusty e Lefty (Woody Harrelson e John C. Reilly). E mentre sul palcoscenico si susseguono senza soluzione di continuità vecchie e nuove star del folk americano, classiche melodie e jingle pubblicitari, nel backstage si aggirano una misteriosa donna di bianco vestita(Virginia Madsen), pedinata da Guy Noir (Kevin Kline), l’addetto alla sicurezza che vive i suoi giorni e le sue notti seguendo i dettami di un romanzo di Raymond Chandler ed un tagliatore di teste (Tommy Lee Jones) incaricato dalla nuova proprietà radiofonica di chiudere il programma e sciogliere la famiglia riunita da oltre trent’anni.
A dirigere le danze non poteva che essere chiamato l’ottantunenne Robert Altman, che di trame elaborate, cast ricchissimi e storie tra di loro secanti ne ha fatto un marchio di fabbrica (Nashville, The Protagonist, America Oggi). Come un direttore d’orchestra muove la sua bacchetta, così Altman dirige la macchina da presa agilissima indagando sin nelle profondità delle intercapedini del teatro che nella memoria e psicologia dei protagonisti.
Un film di parola, recitata e cantata, che non trascura la cura formale ed elegante dell’immagine, regalandoci personaggi memorabili come il detective Guy Noir, pasticcione come Clouseau, il duo di cowboy canterini che tra barzellette di bassa fattura e canzoni da cantare alla luce di un fuoco lento nel deserto, rimandano echi del vecchio west, sino all’algida ed eterea misteriosa donna dall’impermeabile bianco, un angelo vendicatore e nello stesso tempo consolatore, il più affascinante Caronte che ci si possa augurare di incontrare.
Un film che incanta ma non convince; discontinuo nella caratterizzazione dei personaggi ed a tratti ripetitivo nello svolgimento delle storie; in bilico tra realismo e surrealismo, fluidità narrativa e voli pindarici nell’immaginifico. Affascinante ma sterile, come un film in bianco e nero a cui è stato donato una coloritura non propria, tanto per accontentare le giovani leve. Provaci ancora Bob…
[fabio melandri]