Questo piccolo grande amore
id.
Regia
Riccardo Donna
Sceneggiatura
Ivan Cotroneo, Claudio Baglioni
Fotografia
Federico Schlatter
Montaggio
Fabrizio Rossetti
Scenografia
Alessandra Panconi,
Leonardo Conte
Costumi
Mary Montalto
Musica
Claudio Baglioni
Interpreti
Emanuele Bosi, Mary Petruolo, Daniela Giordano, Mariella Valentini, Federico Galante, Claudio Cotugno, Valentino Campitelli, Giulia Amato, Veronica Corsi, Matteo Urzia, Stefano Masciolini
Produzione
11 Marzo Film, Aurora Film, Medusa Film, in collaborazione con SKY
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
110'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
11-02-2009
Giudizio
Media

Una folla di giovani tra canti, balli e girotondi manifesta contro la guerra. Ci sono hippy, figli di fiori, studenti universitari, con immagini multicolori dipinte su tutto il corpo e palloncini variopinti che si alzano in un cielo azzurro terso. Non siamo su un prato verde davanti la Casa Bianca come in Hair, ma nel centro di Roma a Piazza del Popolo, primi Anni Settanta.
Inizia così con un omaggio al musical di Milos Forman, che durante il film ritorna più e più volte tra omaggio/ispirazione/plagio, Questo piccolo grande amore di Riccardo Donna. Non è un musical, non è un musicarello. E’ una commedia adolescenziale basta sull’omonimo album di Claudio Baglioni del 1972, con nuovi arrangiamenti che però mantengono le tipiche sonorità dell’album originale. Così canzoni come Piazza del Popolo, Una faccia pulita, Battibecco, Con tutto l'amore che posso, Che begli amici!..., Mia libertà, La prima volta, Quel giorno, Io ti prendo come mia sposa, Cartolina rosa, Questo piccolo grande amore, Porta Portese, Quanto ti voglio, Sembra il primo giorno, Con tutto l'amore che posso fungono di volta in volta da struttura narrativa, dialoghi, colonna sonora e commento alla storia d’amore tra Andrea, borgataro di Centocelle aspirante architetto e Giulia, diciassettenne parolina all’ultimo anno di liceo classico.
La loro è una storia d’amore assoluta, di quelle che toglie il fiato, che annebbia la mente; un amore di quelli che andrebbero vissuti almeno una volta nella vita. Ma un amore così eccezionale viene raccontato e messo in scena in maniera assolutamente convenzionale, prevedibile senza grandi invenzioni sia dal punto di vista narrativo che da quello della messa in scena. In un paio di occasioni il regista Riccardo Donna, un importante passato e presente televisivo, prova a dare spessore ed emozione al racconto attraverso scarti sul terreno del surreale come il matrimonio hippy e le proiezioni metacinematografiche sulle mura sgarruppate di Centocelle. Ma il tutto sa di già visto e riciclato, appesantito dagli sguardi languidi in primissimi piani della giovane coppia di protagonisti, Emanuele Bosi, fotocopia scamarcina di 3MSC e Mary Petruolo, acerba interprete qui al suo debutto sul grande schermo.
Un film incentrato sulla coppia di protagonisti tanto da trascurare quello che poteva essere il punto di forza della pellicola: la rappresentazione d’ambiente. I personaggi di contorno sono puramente decorativi e stereotipati, mentre Roma, che potrebbe/dovrebbe assumere lo status di personaggio della vicenda, rimane una fredda ed agiografica quinta scenica. Così l'unica invenzione che rimane in mente è la sequenza del primo bacio sulle rive del Tevere, dove entrano in scena silenziosi tangheri che fanno da corona e cornice a quel “bacio a labbra salate…” Per un film che vorrebbe raccontare la madre di tutte le storie d'amore, è un po’ poco. [fabio melandri]