Ma quando arrivano le ragazze?
id.
Regia
Pupi Avati
Sceneggiatura
Pupi Avati
Fotografia
Pasquale Rachini
Montaggio
Amedeo Salfa
Musica
Riz Ortolani
Interpreti
Claudio Santamaria, Vittoria Puccini, Paolo Briguglia, Johnny Dorelli, Augusto Fornari, Alessio Modica, Enrico Salimbeni, Selvaggia Quattrini
Anno
2004
Durata
146'
Nazione
Italia
Genere
commedia
Distribuzione
01 Distribution

Nick e Gianca si conoscono sul treno che li sta portando a Umbria Jazz. Li attende una serie di provini per poter frequentare un corso con musicisti americani. E' l'inizio di una grande amicizia. A legarli per lo più è l'amore per il jazz, la voglia di fare carriera e coronare un sogno. Insieme. Ma se Gianca, figlio benestante di un
promotore finanziario mancato jazzista, ha studiato tanto per arrivare a quel punto, Nick è un talento, che non sa leggere le note, non ci capisce niente di solfeggio, ma improvvisa su tutto e la sua musica nasce dall'anima. Ed avrà successo. Da solo. Gianca abbandona i suoi sogni, per rifugiarsi in una vita anonima. Rimarrà impantanato nella sua vita di sempre e nei rimpianti del padre, che aveva affidato a lui tutti i suoi sogni mancati.
Ma quando arrivano le ragazze? è il titolo del brano che Gianca aveva composto con Nick quando si esibivano nei locali, il brano che li legava. Brano che nasce in un momento di depressione e di nostalgia del padre di Gianca, in cui si lascia andare a racconti sulla sua giovinezza, su come arrivi prima o poi l'età in cui si aspettano le ragazze. E coincide più o meno con la fine della spensieratezza.
Pupi Avati racconta una storia gradevole, sul binomio di talento e normalità. Sul periodo della vita in cui a guidarci sono i grandi sogni e la successiva perdita delle illusioni. Avati racconta tutto questo paragonando la vita di questi ragazzi a delle comete. Le comete, che scandiscono la temporalità della vicenda, sono paragonabili alla giovinezza, ai sogni, alle ragazze, all'amore.
Arriva l'attimo in cui sono vicinissime e basta un niente per distrarsi e perderle di vista, nel momento più alto della loro lucentezza. Ci vuole forza e ambizione per stare dietro ai propri sogni.
Una storia gradevole con all'interno una bella musica, ma, ahimè, con due note stonate:Vittoria Puccini, veramente bella, ma di una freddezza allucinante, che va ben aldilà del personaggio che interpreta e che per questo non riesce ad essere incisiva, come invece dovrebbe; il doppiaggio che in certi momenti rovina e toglie ai dialoghi parte della loro naturalezza.
[sara lucarini]