Quale amore
id.
Regia
Maurizio Sciarra
Sceneggiatura
Claudio Piersanti,
Maurizio Sciarra
Fotografia
Alessio Gelsini Torresi
Montaggio
Marco Spoletini
Scenografia
Luigi Marchione
Costumi
Andrea Viotti
Musica
Lele Marchitelli
Produzione
Rai Cinema, Lumière & Co.
Interpreti
Giorgio Pasotti, Vanessa Incontrada, Arnoldo Foa’, Andoni Gracia,
Maria Schneider, Magda Mercatali, Timothy Martin, Giovanni Capaldo
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
Italia
Durata
97'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
17-11-06

In un grande aeroporto internazionale bloccato da una tempesta di neve, Andrea (Giorgio Pasotti), dopo aver scontato una parte della sua pena in un manicomio criminale in Svizzera, ed in viaggio verso gli Stati Uniti dove incontrerà i suoi figli per la prima volta dopo l'uxoricidio, narra ad uno sconosciuto compagno di viaggio (Arnoldo Foà) la sua travagliata vicenda.
Rampollo di una ricca e potente famiglia dell'alta finanza internazionale, e destinato a lavorare anch'egli nello stesso campo, Andrea scopre la passione e l'amore durante un concerto. Antonia (Vanessa Incontrada), la pianista, lo folgora per la sua bellezza. Ma anche per come riesce a trascinare i sentimenti dei suoi ascoltatori con la musica. La decisione di sposarla è immediata, nonostante l’opposizione della madre (Magda Mercatali). E poi vengono tre figli, le preoccupazioni per la salute non perfetta di uno di loro, il calo della passione, la routine matrimoniale.
Antonia si sente troppo costretta nel ruolo di madre, vorrebbe riprendere la sua vita, fatta soprattutto di creatività, di musica. Incontra un talentoso violinista Daniel Chavarria (Andoni Gracia), riprende a suonare, riprende a vivere. Ma per Andrea questo mutamento è l'avverarsi della sua più grande paura: sua moglie non gli appartiene più, forse lo tradisce. Per chi come lui ha concepito l'amore coniugale come un vincolo che non ammette defezioni, non c'è che un'unica soluzione, uccidere la moglie, per preservare la purezza del loro amore.
Un omicidio che non è frutto di un raptus, ma di una lucida e aberrante necessità di certezze assolute.
Liberamente tratto dal romanzo di Lev Tolstoj, Sonata a Kreutzer.


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