Pulse
id.
Regia
Jim Sonzero
Sceneggiatura
Ray Wright,
Wes Craven
Fotografia
Mark Plummer
Montaggio
Bob Mori
Scenografia
Gary B. Matteson
Costumi
Oana Draghici
Musica
Elia Cmiral
Produzione
Michael Leahy,
Joel Soisson
Interpreti
Kristine Bell, Ian Somerhalder, Jonathan Tucker, Christina Milian
Anno
2006
Genere
horror
Nazione
USA
Durata
85'
Distribuzione
Eagle Pictures
Uscita
8-09-06

Da alcuni anni a questa parte gli horror giapponesi hanno catturato l’attenzione del pubblico occidentale ed il loro successo in festival di settore hanno “causato” il loro rifacimento adattando gusti e stilemi occidentali a tematiche e contenuti prettamente orientali, creando un corto-circuito artistico ed immaginifico di cui a distanza di alcuni anni ne subiamo ancora le conseguenze. Conseguenze tramutatesi in rifacimenti senza sosta, a ritmo industriale prosciugando in brevissimo tempo la linfa drammaturgia del genere. A questo ha contribuito non poco un certo manierismo contenutistico ed estetico che ha inquinato la falda orientale prima e gli inevitabili remake occidentali. Il successo dell’horror introspettivo orientale, dove la paura e l’orrore nasce più all’interno di se stessi che non al proprio esterno, come accade spesso e volentieri nel cinema americano con il proliferare di serial killer ed affini, ha finito con il portare, come il mare con le sue maree, nelle nostre sale cinematografiche anche scarti, relitti cinematografici di scarso valore ma dall’ipotetico potenziale economico significativo.
Ora dopo i vari The Ring, The Grudge e The Call è la volta di Pulse, rifacimento americano di un horror giapponese targato 2001, scritto e diretto da Kiyoshi Kurosawa ed uscito alla chetichella in alcune sale del nostro paese in questa afosa fine estate, Kairo. Qui un gruppo di adolescenti investiga su una serie di suicidi che attraverso una webcam su Internet promette ai visitatori la possibilità di interagire con i morti. La sceneggiatura è stata affidata per la sua rielaborazione a Wes Craven, maestro - un po’ appannato - de paura, con l’intento di renderlo più corposo e agghiaccinate dell’originale introducendo riferimenti ai pericoli latenti del nostro stile di vita tecnologico.
Dopo il suicidio del suo amico Josh, la giovane studentessa Mattie è decisa a capirne le cause. Insieme ad alcuni altri studenti scopre che Josh aveva inconsapevolmente piratato una strana frequenza senza fili aprendo così un “portale” ad un’entità malvagia, che si propaga come un virus telematico a grandissima velocità e con effetti mortali su chiunque ne venga toccato. L’unica cosa che sembra tenere lontano questo intangibile ed impalpabile male è del nastro adesivo rosso. Presto nel campus s’incominciano a vedere sempre più porte e finestre bloccate dal nastro rosso e per Mattie e i suoi amici incomincia una corsa contro il tempo per trovare un modo di porre fine alla letale minaccia soprannaturale…
Affidando le sorti del film al debuttante regista di spot Jim Sonzero ed a due noti volti del serial tv americano Kristen Bell (Veronica Mars, Deadwood) e Ian Somerhalder (Lost), Pulse delude fortemente le aspettative che l’ottimo trailer americano in circolazione aveva suscitato. Dal punto di vista di scrittura, ci sono evidenti buchi drammaturgici, che spingono lo spettatore a colmare con il proprio ragionamento o fantasia, e dialoghi talmente accessori, leggi banali ed inutili, da essere inseriti giusto per evitare di produrre il primo film muto dell’era contemporanea. Dal punto di vista visivo, le elegante immagini di deriva pubblicitaria, non salvano l’assoluta mancanza di suspence, emozione e paura. Sonzero, attraverso la sua regia, riesce nel non facile obiettivo di de-potenziare ogni spunto orrorifico ed emotivo del film, attraverso una messa in scena tanto di maniera quanto noiosa.
[fabio melandri]