Anatomia
di un omicidio.
Così potremmo definire sinteticamente Prospettive
di un delitto, attraverso il richiamo al bel film di
Otto Preminger, evocato nel design della locandina.
Otto estranei, otto punti di vista differenti, un’unica
verità dietro il tentativo di assassinare il Presidente
degli Stati Uniti. Thomas Barnes (Dennis Quaid) e Kent Taylor
(Matthew Fox) sono due agenti dei servizi segreti che hanno
l’incarico di proteggere il presidente Ashton (William
Hurt) durante un fondamentale summit sulla guerra globale
al terrorismo. Quando il presidente viene colpito da alcuni
spari dopo il suo arrivo in Spagna, si scatena il caos e diverse
vite si incrociano per dare la caccia al colpevole. Tra la
folla c’è Howard Lewis (Forest Whitaker), un
turista americano che pensa di aver inquadrato il cecchino
con la sua videocamera mentre riprendeva l’evento per
i suoi ragazzi rimasti a casa. Sul luogo, a raccontare questo
storico evento a milioni di telespettatori in tutto il mondo,
c’è la produttrice giornalistica americana Rex
Brooks (Sigourney Weaver). Quando loro e altre persone rivelano
le storie che hanno vissuto, i pezzi del puzzle iniziano ad
andare al loro posto e diventa chiaro che dietro a questi
eventi si nascondono dei segreti scioccanti.
Diretto dal regista inglese Pete Travis (Omagh)
Prospettive di un delitto racconta
uno stesso episodio attraverso punti di vista differenti e
di come a seconda dal punto di vista di chi lo racconta, il
medesimo episodio, questo assuma contorni, sfumature, valenze
diverse. Ma per capire cosa sia effettivamente successo, è
necessario mettere insieme il puzzle composto da otto diverse
visioni parziali. “Ci sono otto persone differenti,
otto modi diversi di vedere il mondo, otto pezzi di un puzzle.
– racconta Travis - Per un regista è un sogno:
non è possibile risolvere il mistero che circonda questo
film senza vedere il mondo dal punto di vista di tante persone
differenti. E’ una storia che solo il cinema può
raccontare. Un film sul modo in cui vediamo le cose è
assolutamente affascinante!”. Un relativismo sottolineato
anche da uno degli attori protagonisti Dennis Quaid: “C’è
il modo in cui ci vediamo e quello in cui ci vedono gli altri”
- spiega l’attore - “Io interpreto il mio personaggio
in un certo modo quando la storia viene raccontata dalla mia
prospettiva, ma quando la prospettiva del film si sposta al
punto di vista di un altro personaggio, io lo interpreto nella
maniera in cui quel personaggio mi vede e cambio anche per
gli altri protagonisti. Nessuno viene visto allo stesso modo
da due persone diverse”.
Il film viene costruito sulla reiterata riproposizione dell’attentato
al Presidente degli Stati Uniti all’interno della Plaza
Mayor di Saragozza, ricostruita interamente a Città
del Messico. Ogni segmento del racconto va ad arricchirsi
di dettagli, particolari, informazioni a cui lo spettatore
accede in maniera onnisciente ponendosi al di fuori degli
eventi a discapito in questo modo di una suspence che tarda
sin troppo ad arrivare, così come gli attanti sono
sin troppo stereotipati e psicologicamente grezzi per poter
partecipare emotivamente alle loro vicende pubbliche e private.
Girato come un episodio del serial 24,
ma senza la sua carica ansiogena, Prospettive
di un delitto è una grande opera incompiuta
che impallidisce al cospetto di archetipi del passato come
Rashomon di Kurosawa o Rapina
a mano armata di Stanley Kubrick.
[fabio melandri]