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Anno
2012
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
106'
Uscita
14/02/2013
distribuzione
BiM Distribuzione |
Regia |
Gus
Van Sant |
Sceneggiatura |
John
Krasinski, Matt Damon, Dave Eggers |
Fotografia |
Linus
Sandgren |
Montaggio |
Billy
Rich |
Scenografia |
Daniel B. Clancy |
Costumi |
Juliet Polcsa |
Musica |
Danny Elfman |
Produzione |
The Media Farm, Participant Media, Imagination Abu Dhabi |
Interpreti |
Matt
Damon, Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, John Krasinski |
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Avviso
ai naviganti negli oramai desolati mari dell'Utopia: anche
l'ecologia potrebbe non essere un Eldorado e anzi nascondere
al suo interno insidie terribili. Lo sa bene Steve Butler
(Matt Damon), da poco promosso nella Global Crosspower Solutions,
da anni in giro per l'America a comprare terreni in crisi
con l'agricoltura per destinarli all'estrazione di gas naturale.
In quella che sembra l'ennesima missione in una cittadina
uguale a tutte le altre insieme alla disillusa collega Sue
(Frances McDormand), l'incontro con una maestra del posto
(Rosemarie DeWitt), con un ambientalista intraprendente (John
Krasinski) e un anziano ingegnere in pensione metteranno a
repentaglio non solo la missione, ma la sua intera carriera:
le tecniche di fratturazione per estrarre il gas non sembrano
infatti così sicure come i suoi capi vorrebbero far
credere e in gioco c'è la salute degli abitanti.
I presupposti per annoiare con l'ennesimo pistolotto sul rispetto
per l'ambiente e l'ottusità delle grandi multinazionali
c'erano tutti, ma questo script dei due attori protagonisti
che originariamente doveva essere diretto dallo stesso Damon
invece centra il bersaglio. Il soggetto di Dave Eggers (autore
letterario quotatissimo che sullo schermo davvero trova la
sua dimensione ideale, visto anche il precedente “American
Life” con lo stesso Krasinski) punta
su un approccio mimimalista, sul tratteggio delle famiglie
che popolano la provincia e sulla necessità di ascoltare
le ragioni di tutti. L'ispirazione viene dal cinema impegnato
degli anni '70 (per intenderci quello che ancora oggi Robert
Redford tiene in vita più che dignitosamente), ma siamo
lontanissimi da un film a tesi: le responsabilità del
protagonista sono evidenti, le ombre pesantissime sul suo
antagonista in bermuda non tardano ad arrivare e anche le
colpe di una comunità che non decide di informarsi,
che non agisce e non decide in maniera unitaria non sono poi
così velate.
Se è vero che Van Sant ha preso parte a questo progetto
solo in un secondo momento, resta il fatto che il suo modo
realista di raccontare tematiche attuali e spigolose (“Milk”
e “Elephant”
insegnano) è sobrio, coinvolgente e unico nella cifra
stilistica, in questo caso anche grazie all'apporto del fido
Matt Damon nella veste assolutamente non nuova di valido sceneggiatore
e volto di quell'americano medio che, in nome del profitto
e della crisi delle energie non rinnovabili, rischia di portare
dentro di sé un mostro d'insensibilità.
Se un lieto fine tinto di rosa ci deve pur essere, sarà
travagliato e lascerà non pochi spunti di riflessione.
Non ci sono eroi come in drammi ecologisti anche recenti (tanto
per fare nomi, l'insopportabile “Erin
Brockovic” di Soderbergh) e a dare la
sveglia a tutto ci penserà un ottantenne che fa ricerche
su Google; come a dire che il vero cambiamento passa attraverso
l'informazione e la cura per ciò che ci circonda e
non per una qualsiasi novità caduta (o meglio soffiata)
dal cielo o espulsa dalle viscere della Terra.
[emiliano duroni]
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