Princesas
id.
Regia
Fernando León de Aranoa
Sceneggiatura
Fernando León de Aranoa
Fotografia
Ramiro Civita
Montaggio
Nacho Ruiz Capillas
Scenografia
Llorenç Miquel
Costumi
Bina Daigeler
Musica
Alfonso de Vilallonga,
Manu Chao
Produzione
Reposado e Mediapro
Interpreti
Candela Peña, Micaela Nevárez, Mariana Cordero, Llum Barrera,
Violeta Pérez, Mónica Van Campen, Flora Álvarez, María Ballesteros
Anno
2005
Genere
drammatico
Nazione
Spagna
Durata
113'
Distribuzione
Lucky Red
Uscita
6-10-06

Chissà cosa avrebbero provato Caye e Zulema vedendo il pubblico della sala cinematografica entusiasmarsi, commuoversi, sorridere al mondo fiabesco di Pretty Woman, la versione moderna della favola di Cenerentola, in cui una prostituta viene salvata da un miliardario che s’innamora di lei.
Forse Caye si sarebbe lasciata andare agli stessi sentimenti del pubblico, lei che si rifugia spesso nei sogni per proteggersi dalla realtà così vuota, ma che, una volta fuori, si sarebbe resa conto dell’assurdità della storia e sarebbe tornata a immaginare come sarebbe bello avere un fidanzato che venga a prenderla al lavoro. Zulema probabilmente non sarebbe mai andata a vederlo se non fosse stato per assecondare l’amica Caye; sarebbe stata infastidita e poi rattristata dalle immagini di Julia Roberts così felice e sorridente.
Caye e Zulema sono due prostitute che vivono a Madrid. Appena conosciute hanno trovato l’una nell’altra il proprio complementare e un’amica fidata. La prima è spagnola, ha un aspetto poco attraente e, nonostante sogni una vita “normale”, accetta il suo lavoro quasi come se lo fosse. Zulema è a Madrid da clandestina, è bellissima e ingoia il sudiciume del suo lavoro per mantenere un figlio lasciato in patria.
Fernando León de Aranoa scrive, dirige e produce un film profondo e delicato che racconta la storia della complicità che nasce dalla diffidenza e si evolve in uno splendido confronto femminile in cui la macchina da presa sembra entrare in punta di piedi. La magistrale regia ha infatti il pregio di adeguarsi al tono del plot. Grazie all’uso della camera a spalla e, spesso, della luce naturale, il film ha il sapore del Dogma 95 danese, nel consentire allo spettatore di entrare nella realtà del film, senza invaderla. Così camminiamo con le due protagoniste tra le bancarelle dei mercati, stiamo con loro nei momenti difficili e le osserviamo a distanza, attraverso un vetro, nelle situazioni più riservate.
Candela Peña e Micaela Nevárez regalano un’interpretazione impeccabile, frutto dell’ottima scrittura dei ruoli che ha permesso loro di immedesimarsi totalmente con la vita dei personaggi. “Ancora ci chiediamo come sia possibile che un uomo possa scrivere un film sulle donne come questo - afferma la Nevárez - mi ritrovo continuamente a parlare di Zulema. Racconto delle cose e mi vengono le lacrime agli occhi. Per me Zulema è un essere umano che ha vissuto veramente insieme a me per tutto questo tempo.
Il film è nel complesso molto luminoso e colorato, lontano dalle immagini scure e losche della prostituzione. Alcuni momenti sono ironici e scanzonati, come le discussioni all’interno del negozio di parrucchiere dove trascorrono molte ore le prostitute; un microcosmo ilare e leggero, in cui Caye trova l’atmosfera di familiarità che non ha a casa della madre.
Il piccolo percorso nelle vite delle due “principesse” è accompagnato dalle musiche di Alfonso de Vilallonga e di Manu Chao, che si dividono rispettivamente il lato emotivo e intimo e quello più esteriore che aggancia la storia alla realtà circostante. [federica scarnati]