Prince of Persia – Le sabbie del tempo
Prince of Persia: The Sands of Time
Regia
Mike Newell
Sceneggiatura
Doug Miro, Carlo Bernard, Jordan Mechner, Boaz Yakin
Fotografia
John Seale
Montaggio
Mick Audsley, Martin Walsh
Scenografia
Wolf Kroeger, Elli Griff
Costumi
Penny Rose
Musica
Harry Gregson-Williams
Interpreti
Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley, Gemma Arterton, Toby Kebbell, Alfred Molina, Steve Toussaint
Produzione
Walt Disney Pictures, Jerry Bruckheimer Films
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
azione
Durata
116'
Distribuzione
Walt Disney Studios Motion Pictures
Uscita
19-05-2010
Giudizio
Media

L’antico Oriente si svela in tutto il suo mistero, le spade cozzano e i duelli impazzano tra le dune così come tra le città fortificate, tra serpenti, turbanti e incantesimi. Non stiamo parlando della rilettura di un qualche antico testo arabo o di un racconto delle “Mille e una notte”, ma dell’adattamento cinematografico di uno dei più famosi videogiochi della storia, creato nel 1989 da Jordan Mechner (ora tra gli sceneggiatori) che a suo tempo incontrò un grande successo per l’originalità dell’ambientazione, il realismo della grafica e la violenza.
Il protagonista sui computer di mezzo mondo così come sul grande schermo è il principe Dastan (interpretato da un Jake Gyllenhaal in un’ inedita versione “iperproteica”), figlio adottivo del re, che accusato ingiustamente dell’assassinio dell’amato padre, si ritrova a fuggire insieme alla bella principessa Talmina (Gemma Arterton) inseguito dai fratelli, lo zio (Ben Kingsley) e dai pericolosissimi Hassansins. In realtà quello che muove tanto interesse intorno a Dastan è un pugnale custodito dalla principessa che, grazie alle sabbie del tempo del titolo, è capace di far tornare indietro il tempo stesso e quindi di cambiare il corso degli eventi. Come tutti gli oggetti magici e potenti, dall’anello di Tolkien fino alla spada di Excalibur, qualora dovesse finire nelle mani sbagliate, a essere in pericolo sarebbe il mondo intero.
A dare vita a questo immane sforzo produttivo girato tra le splendide location del Marocco e i leggendari Pinewood Studios nel regno Unito, è l’unione tra la Walt Disney e Jerry Bruckheimer, un vero e proprio Re Mida del cinema con i suoi record d’incassi dai tempi di Top Gun fino ai Pirati dei Carabi. Proprio la saga con Johnny Depp sembra essere tra i principali punti di riferimento di un prodotto che vede nell’ambientazione esotica, nei costumi sfarzosi e nei brillanti effetti della computer grafica i propri punti di forza. A dirigere il tutto ci pensa un’altra garanzia: quel Mike Newell, capace di passare da Donnie Brasco a Harry Potter con una naturalezza e una professionalità fuori dal comune.
Come si sa, i rischi però sono sempre dietro l’angolo, anche quando tutto lascerebbe presagire due ore di divertimento senza intoppi: nel caso di un film tratto da un videogioco il pericolo più grande è proprio quello di presentare allo spettatore una serie di “quadri” pregni di azione e effetti che si susseguono fino al finale risolutore. Per gran parte della visione la sensazione è proprio questa, anche perché l’intreccio fiabesco è così poco originale che lo spazio per le sorprese è davvero ristretto: a salvarsi allora sono i momenti in cui s’inserisce un po’ di commedia, in special modo grazie al personaggio dello sceicco Amar, interpretato da Alfred Molina, creatore di un fittizio impero del male per evadere il fisco e dedito a organizzare e truccare spettacolari e divertenti corse di struzzi.
Ciò non toglie che la profusione di mezzi e la cura riposta nella messa in scena dei combattimenti potranno lasciare a bocca aperta i più piccoli. Per chi ha già visto molte altre volte sfidare le leggi di gravità con salti nel vuoto e avere ragione di interi eserciti con una sola spada, l’impresa sarà sicuramente più ardua.
[emiliano duroni]