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Anno
2012
Nazione
USA
Genere
horror
Durata
92'
Uscita
25/10/2012
distribuzione
M2 Pictures |
Regia |
Ole
Bornedal |
Sceneggiatura |
Juliet
Snowden,
Stiles White |
Fotografia |
Dan
Laustsen |
Montaggio |
Eric
L. Beason, Anders Villadsen |
Scenografia |
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Costumi |
Carla
Hetland |
Musica |
Anton Sanko |
Produzione |
Ghost
House |
Interpreti |
Jeffrey
Dean Morgan, Kyra Sedgwick, Madison Davenport, Natasha
Calis, Grant Show, Matisyahu |
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Da oggi
anche la religione ebraica ha il suo Esorcista.
Si perchè The Possession
la nuova pellicola prodotta dalla factory horror di Sam Raimi
stà alla religione ebraica come L'esorcista
di Friedkin stà a quella cattolica.
Trattansi infatti di possessione come sin dal titolo dichiarato.
Apparentemente ispirato ad una storia vera - così recita
il solito cartello ricattatorio ad inizio pellicola, come
se la cosa potesse dare maggiore spessore ad una pellicola
che vuole essere dichiaratamente puro intrattenimento - il
film racconta di un demone, il Dibbuk, uno spirito maligno
che vaga nel limbo in attesa di trovare un corpo ospite che
possa accoglierlo. Solitamente sono rinchiusi in inquietanti
scatole di legno che un'avventata ragazzina decide di acquistare
ed aprire... Il resto segue i soliti canoni del film di possessione.
“Viviamo sempre con la paura dell'ignoto – racconta
Raimi – E ovviamente vogliamo sapere se i fantasmi e
demoni esistono davvero o no, e cosa succede allo spirito
quando si muore. Quando arriva qualcuno e racconta una storia
come quella della scatola per Dibbuk e dei suoi terribili
effetti su chiunque si avvicini, questo tocca esattamente
il centro delle nostre più immense paure e dei nostri
desideri. In questa storia vera, abbiamo avuto la possibilità
di esplorare alcuni temi classici dell'horror rinnovandoli
per la nuova generazione.”
Ma guardando The Possession,
viene più in mente The
Exorcism of Emily Rose piuttosto che il capolavoro
di Friedkin. Questo perchè alla regia si nasconde un
oscuro artigiano danese Ole Bornedal, già autore dell'interessantissimo
The Nightwatch – Il guardiano
di notte, chiave per la sua venuta negli Stati
Uniti dove è stato produttore esecutivo della Miramax/Dimension,
segnando il debutto di Guillermo del Toro con Mimic.
Ora tornato dietro la macchina da presa, con una messa in
scena capace di mantenere sempre una distanza quasi antropoligica
dagli eventi trattati, congela una materia che in mani altrui
avrebbe facilmente debordato nello splatter più spinto
o nel gore assoluto. Invece gli effetti cinematografici sono
ben dosati riuscendo a creare un'atmosfera più inquietante
che orrorifica che permette al film uno scarto superiore rispetto
ad opere equivalenti che passano senza lasciare traccia.
Si sente molto anche la mano produttiva di Raimi, per alcune
scelte che rimandano neanche troppo lontano al recente
Drag me to Hell. Solo il finale deborda, lasciando
aperte le porte ad un eventuale secondo capitolo, ma di questi
tempi dobbiamo anche saperci accontentare, o no? [fabio
melandri]
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