A distanza
di appena tre anni da quando nel 2005 il festival di Venezia
aveva omaggiato con il leone d’oro alla carriera Hayao
Miyazaki (un anno prima aveva presentato sempre a Venezia
Il castello errante di Howl), ecco che il maestro giapponese
torna al Lido, questa volta in concorso, con Gake no ue no
pon, storia di amicizia tra una pesciolina rossa e un bambino.
Esplicito omaggio a La sirenetta
di Andersen, Gake no ue no Ponyo
giunge a conclusione di un periodo di stasi creativa di Miyazaki
che, giunto alla soglia dei 70 anni, si era preso una pausa
anche per motivi di salute. Il soggiorno di due mesi nella
zona costiera di Setonai-kai gli ha permesso di ritornare
in forma e lo ha ispirato per questo suo nuovo lavoro che
definisce “un’avventurosa storia d’amore
infantile”.
Sosuke è un bambino di 5 anni che vive in cima a una
scogliera affacciata sul Mare Interno. Un giorno, giocando
tra gli scogli, vede una pesciolina rossa rimasta incastrata
in un barattolo e decide di liberarla. Tra Sosuke e Ponyo,
così si chiama il grazioso animaletto, nasce una forte
amicizia destinata però a finire quando il padre di
Ponyo, Fujimoto, un tempo uomo ora invece stregone che abita
le profondità del mare, la riporta con lui negli abissi.
La povera Ponyo, che vuole essere umana, scappa per tornare
dall’adorato amichetto ma nella fuga versa nell’oceano
l’Acqua della Vita, la preziosa riserva di elisir magico
di Fujimoto innalzando il livello delle acque del mare e causando
uno tsunami che si abbatte sulla cittadina di Sosuke. Riuscirà
Ponyo a diventare una bambina e a stare finalmente con l’amato
Sosuke?
Più favola per bambini che film d’animazione
per un pubblico adulto come di solito ci aveva abituati Miyazaki.
Sebbene tornino due delle sue tematiche più care: il
rapporto con la natura, sempre più violentata dal cattivo
comportamento dell’uomo (qui addirittura giunge a ribellarsi
scatenando una gigantesca tempesta) e il viaggio come occasione
di crescita e cambiamento.
Mastodontica produzione con 70 artisti impegnati nei disegni
tutti rigorosamente a mano (ne sono stati fatti circa 170000!)
e già campione d’incassi in Giappone. [marco
catola]