Poker Generation
id.

Anno 2012

Nazione Italia, Malta

Genere drammatico

Durata 96'

Uscita 13/04/2012

distribuzione
Iris Film

Regia
Fabrizio Crimi, Tiziano Cavaliere
Sceneggiatura
Noa Palotto, Tiziano Cavaliere, Gianluca Mingotto
Fotografia
Andrea Rainoldi
Montaggio
Roberto Baeli
Scenografia
Fabio Vito, Marcello Michelini, Gianluca Cisternino
Costumi
Daniela Antoci, Giovanna Armetta
Musica
Pino Di Pietro,
Roberto Baeli
Produzione
Bros Group Holding LTD
Interpreti
Piero Cardano, Andrea Montovoli, Francesca Fioretti, Francesco Pannofino

 

Ogni giorno sempre più persone affollano i tavoli virtuali e non di poker Texas Hold'em (variante spettacolare nata in America del famoso gioco) mettendo a repentaglio i propri risparmi. Inquietante vero? Invece no, perchè il poker ci renderà liberi. Questo almeno dovremmo pensare nelle intenzioni di chi ha ideato questa storia.

Due fratelli siciliani sbarcano a Milano per tentare di giocare e vincere sui tavoli che contano, in modo da reperire i soldi per operare la sorellina gravemente malata. Uno è spavaldo e rubacuori (Piero Cardano), l'altro (Andrea Montovoli) è autistico e introverso. Tra difficoltà e peripezie, anche le scelte di vita si riveleranno un gioco d'azzardo.

A dirigere questo film ci sono il presidente di una delle più importanti federazioni di poker e un giovane regista proveniente dal mondo della pubblicità: il risultato non poteva che essere un lungo e poco credibile spot per attirare nuovi adepti alla causa. La storia in sé è così raffazzonata e prevedibile che non merita troppi commenti, l'accomodamento morale è ben più ardito: dietro ogni puntata milionaria c'è una bambina malata che può essere salvata, dietro l'ennesima ragazza che balla nuda intorno ad un palo, c'è una gravidanza precoce e una piccola frugoletta da crescere. Tutto torna come se fossimo di fronte ad una sceneggiata napoletana girata però con uso di ralenti, effetti computerizzati, voci fuori campo e abbondanza di patina. Imperdonabili (o memorabili, fate voi) alcuni errori di verosimiglianza che generano ilarità: giocando a poker in famiglia, il ragazzo autistico per apparire abbastanza “Rain Man” conta le carte che ha in mano senza motivo invece di mostrare il punto, il padre indebitato (Francesco Pannofino) riesce a prendere un last minute dal paesino siciliano per assistere dal vivo alla finale del torneo dei suoi figli a Malta in meno di 24 ore.

Insomma, dopo quel celebre boxeur di Philadelphia dal viso tumefatto, abbiamo assistito ad ogni sorta di riscatto personale tramite gare di braccio di ferro, robot telecomandati e battaglie rap. Di questo ennesimo racconto edificante si poteva fare a meno. E poi almeno i cazzotti sono reali; e gratis.
[emiliano duroni]