Piranha 3D
id.
Regia
Alexandre Aja
Sceneggiatura
Peter Goldfinger, Josh Stolberg
Fotografia
John R. Leonetti
Montaggio
Baxter
Scenografia
Clark Hunter
Costumi
Sanja Milkovic Hays
Musica
Michael Wandmacher
Interpreti

Elisabeth Shue, Adam Scott, Jerry O’ Connell, Jessica Szohr, Ving Rhames
Steven R. McQueen, Christopher Lloyd, Richard Dreyfuss, Eli Roth

Produzione
Dimension Films, Mark Canton/IPW, Aja/Levasseur
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
horror
Durata

88'

Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
04-03-2011
Giudizio
Media

Lake Victoria, Arizona. Ogni anno la popolazione di questa tranquilla località passa da 5mila a 50mila abitanti durante le “vacanze di primavera”: una settimana di sole, mare e baldoria per gli studenti americani. Ma quest’anno i vecchi abitanti del luogo non dovranno fare i conti solo con le sbronze e gli schiamazzi dei vacanzieri: a Lake Victoria sta per scatenarsi il terrore. Quando una scossa tellurica libera dai fondali del lago banchi di pesci preistorici carnivori, una improbabile comitiva di turisti deve unire le forze per non finire sbranata dalle fauci affilate dei nuovi “residenti”.

UNA NUOVA DIMENSIONE DEL TERRORE

“Come deve essere un vero film dell’orrore in 3D?” È questa la domanda che si sono posti Alexander Aja e Greg Lavasseur (cosceneggiatore e coproduttore), quando hanno cominciato a lavorare al film. All’epoca, Avatar di James Cameron era ancora un progetto assolutamente segreto, che però accendeva la loro immaginazione.

“Quando giri un film – osserva il regista – vuoi dare al pubblico un’emozione autentica. Vuoi che il tuo film non sia solo qualcosa da guardare sullo schermo, ma un’esperienza totalmente coinvolgente. Paura e suspense servono proprio a questo: a far dimenticare allo spettatore che sta guardando un film”.

Aja era convinto che il 3D avrebbe dato più forza sia alla storia che agli effetti speciali, e non ci ha messo molto a convincere Dimension Films. La tecnologia del 3D ha potenziato l’effetto horror, da una parte moltiplicando visivamente le immagini della carneficina, dall’altra mettendo il pubblico faccia a faccia con il predatore del film. “Voglio che lo spettatore sia risucchiato in quel mondo subacqueo, e si ritrovi sott’acqua con tutti quei pesci lo attaccano”.

“Sono cresciuto con il video di Michael Jackson Captain EO, che andavo a vedere a Disneyland”, sorride. “E Piranha è una versione estremizzata di quel video. Girare il film è stato esattamente come disegnare la pianta di un parco a tema o di una delle sue attrazioni. Col mio 3D ho cercato di creare l’effetto opposto a quello di Avatar: tutto esce fuori dallo schermo, ti viene addosso. E la trama è pensata per questo: bagnanti in vacanza attaccati dai piranha preistorici! Era la situazione ideale per scatenarci. Volevamo che fosse un’esperienza forte, e il 3D la renderà indimenticabile.”

ESCHE PER PESCI

La forza era l’attributo principale che Aja cercava nella sua protagonista femminile: lo sceriffo di Lake Victoria, Julie Forester, una madre che deve vedersela con i problemi del figlio maggiore, con due figli più piccoli, con un’orda di ragazzi in vacanza dediti a ogni sorta di eccessi, e con l’inaspettato arrivo dei piranha.

Aja cercava un’attrice di Hollywood in grado di interpretare una donna “abbastanza forte da tenere a bada 20mila giovani, ma anche abbastanza umana da apparire fragile e impotente di fronte al dramma improvviso, e credibile quando, oltre a tutti gli altri, deve salvare anche i suoi figli.”

Il regista ha trovato tutte queste qualità nell’attrice Elisabeth Shue.

“Sia io che Alex eravamo molto attratti dalla fisicità di questo ruolo”, spiega la Shue. “Se fosse stato un altro regista ci avrei pensato due volte, ma conoscevo il talento di Alex e i suoi film precedenti, e sapevo che sarebbe riuscito a creare qualcosa di più di un semplice film di puro intrattenimento. Per questo ho accettato con grande entusiasmo”.

L’attrice confessa di non aver seguito un allenamento particolare per prepararsi al suo ruolo, al di là del tennis che pratica tutti i giorni. E la lavorazione si è rivelata particolarmente faticosa e impegnativa, tra il caldo dell’Arizona, le riprese in acqua e le scene pericolose.

“Il mio momento preferito, forse, è stato quando ho fatto la mia prima scena pericolosa”, ricorda l’attrice. “Era una scena difficile, ma ci tenevo molto a farla. E devo ringraziare Alex per avermelo permesso. Avevo una gran paura, il cuore mi batteva forte. La scena era questa: proprio quando centinaia di ragazzi sono appena stati divorati dai piranha, io ricevo una telefonata di mio figlio che mi dice di essere in barca con i due fratelli più piccoli, anziché a casa con loro come aveva promesso. E la loro barca sta affondando. In un attimo, mi rendo conto che ho dieci ragazzi a bordo che stanno morendo dissanguati, ma devo trovare il modo di andare a salvare i miei figli. Mi guardo intorno, e vedo dei detriti galleggianti che puntano verso un motoscafo. Allora salto giù dalla barca e passando da una tavola all’altra arrivo al motoscafo, salgo a bordo, lo metto in moto e parto”.

Per il ruolo di Jake, il figlio maggiore di Forester, Aja ha scelto Steven McQueen, nipote del leggendario Steve. “Mi ricorda il giovane Matt Dillon, ho visto in lui grandi potenzialità che avrei potuto sfruttare nel film: aveva quel modo ingenuo di parlare e di esprimersi che era perfetto per il ruolo di un adolescente ribelle e inquieto. Un adolescente che però, messo di fronte al pericolo, dimostra di avere la forza e le risorse per fare la differenza”.

Oltre alla Shue e a McQueen, Aja ha voluto Adam Scott, Jessica Szohr, Ving Rhames, Brooklynn Proulx, Sage Ryan e Jerry O'Connell a completare il cast. Accanto ad alcune sorprese come le partecipazioni straordinarie di Christopher Lloyd, nel ruolo del signor Goodman, e di Richard Dreyfuss in quello di Matt Boyd.

Goodman è “una specie di scienziato pazzo”, spiega Aja. “C’è un solo ‘Doc’ al mondo, ed è Christopher Lloyd. Sono cresciuto con i vari capitoli della saga di Ritorno al futuro, e onestamente non pensavo che fosse possibile averlo. Devo ringraziare Bob Weinstein se ho realizzato questo sogno. Christopher Lloyd è arrivato sul set per un unico, lunghissimo giorno di riprese. È stato fantastico, e sono certo che il pubblico se ne accorgerà”.

“Ma il miglior cameo del film è nato da un’idea un po’ folle che ci è venuta scrivendo la sceneggiatura”, aggiunge. “Volevamo aprire il film con un pescatore che si ritrova nel bel mezzo di un terremoto e finisce divorato dai pesci. Stavo pensando a chi avrebbe potuto interpretarlo, quando mi è venuto in mente Matt Hooper, il personaggio del film Lo squalo, che, ormai in pensione, pesca tranquillo sul lago”.

Ma anche in questo caso, Aja non si illudeva di poter avere Dreyfuss. Alla fine, invece, “Dreyfus si è presentato sul set per girare quella scena, assolutamente tranquillo e sicuro di sé. Nel film è vestito come si vestiva Matt Hooper. Gli occhiali sono gli stessi che portava nello Squalo. Tutto uguale. Canta la stessa canzone che cantava all’inizio del film, ‘Show Me The Way To Go Home’. E Richard si è divertito molto. È un cameo fantastico, il suo. Forse non è neanche un cameo, è qualcosa di più: è un personaggio che torna in vita passando da un film all’altro”.

LA STRAGE

Nella progettazione dei piranha preistorici, Aja ha dovuto trovare un difficile equilibrio tra una rappresentazione realistica e una versione più spettacolare. Scegliendo questa seconda strada “saremmo andati contro l’immagine che tutti abbiamo dei piranha”, spiega Aja: “se li trasformi troppo non sono più i pesci carnivori che conosciamo, ma mostri qualsiasi”.

È qui che entra in scena il progettista degli effetti speciali, Neville Page.

“Quando l’ho incontrato”, ricorda Aja, “la prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Ho due passioni, la preistoria e i pesci’. Non potevo sperare di più. Abbiamo cominciato a lavorare insieme a modelli e approcci diversi, ma prima dell’inizio delle riprese avevamo già scelto la soluzione che vedete nel film, qualcosa a metà tra un piranha e un mostro-piranha”.

Per gli effetti speciali tradizionali, Aja è tornato a lavorare con Greg Nicotero, Howard Berger e la loro squadra di KNB EFX. Per animare sullo schermo i piranha digitali, invece, ha chiamato lo specialista di effetti visivi Derek Wentworth.

Per Piranha 3D sono state necessarie oltre 250 scene di effetti speciali. “Un’impresa immane”, ricorda Wentworth. “C’è la sequenza, poco dopo l’inizio del film, in cui due sub vengono assaliti e sbranati da migliaia di pesci assassini digitali; e poi c’è il massacro dei ragazzi in acqua, con centinaia di comparse che urlano e si agitano in preda al panico. Succede di tutto, c’è gente che si dibatte, che affoga, che salta giù dalle barche, e noi dovevamo circondare di piranha ognuna di quelle persone. Per fare questo, abbiamo usato uno stuntman digitale che ripeteva i gesti di ogni persona, mentre noi gli costruivamo intorno l’attacco dei predatori. È una sequenza molto lunga e complessa”.

“Il 3D ha amplificato gli effetti della computer grafica”, ha dichiarato il regista “Questo era il mio primo film con creature generate al computer e volevo che fosse assolutamente perfetto”.