Piovono
polpette della
Sony Pictures Animation nasce nel 1978, come un libro per
bambini scritto da Judi Barrett e illustrato da Rob Barrett,
che ha venduto più di un milione di copie grazie al
suo fantasioso stile visivo affascinante e un senso dell'umorismo
assurdo, senza contare la premessa curiosa (una città
in cui il cibo cade dal cielo!). Ora questo libro è
stato portato sullo schermo dai registi e sceneggiatori Phil
Lord e Christopher Miller scegliendo come taglio narrativo
un paradosso logico: tutti gli eventi della pellicola sono
sicuramente sciocchi, ma i personaggi li prendono maledettamente
sul serio.
Rispetto al libro, il film preente alcuni cambiamenti, a partire
dalla storia medesima. Per quanto le illustrazioni originali
con effetti sfumati di Ron Barrett siano deliziosamente fantasiose,
i creatori ritenevano che un lungometraggio richiedesse un
approccio diverso. Come fonte di ispirazione, si sono rivolti
alle illustrazioni di Miroslav Sasek, la cui serie di libri
negli anni cinquanta (compresi This is Paris, This is London,
This is New York) presentavano uno stile moderno e diretto.
I realizzatori hanno anche preso ispirazione dai Muppets,
i cui gesti eccessivi e spesso sciocchi hanno contribuito
al modo in cui volevano far muovere i loro personaggi. "L'idea
del film era così buffa, che sentivamo che anche l'aspetto
lo dovesse essere", sostiene Miller. "L'animazione
spesso richiede delle pose eccessive per fornire l'emozione
della scena, così abbiamo optato per un'immagine fatta
di occhi, bocche ed espressioni eccessive, che forniva al
film delle emozioni forti".
L’aspirante inventore Flint Lockwood è un genio
sregolato e con grossi problemi di socializzazione, autore
di alcune delle idee più strampalate mai concepite.
Ma anche se tutte le sue invenzioni, dalle scarpe-spray al
traduttore dei pensieri delle scimmie, sono stati dei fallimenti
colossali che hanno causato problemi alla sua cittadina, Flint
è determinato a creare qualcosa che faccia felice la
gente. Quando il suo ultimo macchinario, ideato per trasformare
l’acqua in cibo, involontariamente distrugge la piazza
della cittadina e schizza verso le nuvole, lui ritiene che
la sua carriera di inventore sia terminata. Almeno fino a
quando non avviene qualcosa di incredibile, ossia dei cheeseburger
che piovono dal cielo. Insomma, la sua macchina funziona veramente!
Il cibo-atmosferico è un successo immediato e Flint
instaura rapidamente una notevole amicizia con Sam Sparks,
la ragazza delle previsioni del tempo, arrivata in città
per coprire quello che definisce “il maggior fenomeno
atmosferico della storia”. Ma quando la gente chiede
avidamente sempre più cibo, il macchinario inizia a
creare problemi, dando vita a dei cicloni di spaghetti e di
polpette di carne giganti. Con la cittadina che rischia di
essere sepolta sotto montagne di marshmallow e onde di cocomeri,
Flint e Sam
devono mettere assieme le loro capacità per bloccare
la macchina e riportare tutto alla normalità.
Il risultato è complessivamente un film deludente.
Se infatti inizialmente diverte lo spunto narrativo iniziale
con questa macchina portentosa capace di trasformare una grigia
ed insulsa isoletta in un coloratissimo universo di marzapane
– della serie che ormai nulla si inventa tutto si ricicla
– lo sviluppo del film è dettato da approssimatezza
e faciloneria con personaggi che a fatica rimangono impressi
e ridondanti musiche di contorno che sarebbero state ottime
per un film di Spielberg. Sparring partner nella battaglia
cinematografica di Natale. [fabio
melandri]