|
Anno
2011
Nazione
USA
Genere
family comedy
Durata
94'
Uscita
12 agosto 201
distribuzione
20TH CENTURY FOX
|
Regia |
Mark
Waters |
Sceneggiatura |
Sean
Anders, John Morris |
Fotografia |
Florian
Ballhaus |
Montaggio |
Bruce
Green |
Scenografia |
Stuart
Wurtzel Bruce Green |
Costumi |
Ann
Roth |
Musica |
Rolfe Kent |
Produzione |
20th
Century Fox Film Corporation,
Davis Entertainment
Centro Digital Pictures Ltd. |
Interpreti |
Jim
Carrey, Carla Gugino, Madeline Carrol, Angela Lansbury,
Ophelia Lovibond, Dominic Chianese |
|
Nell’estate
torrida Mr Popper tenterà di rinfrescarci con un film
adatto ad un palinsesto natalizio, di primo pomeriggio, in onda
su un' emittente Tv che ricicla pellicole per l’occasione.
Leggendo Jim Carrey tra gli interpreti ci verrebbe di correre
al cinema, ricordando le sue espressioni di gomma, la simpatia
demenziale ed anche il commovente personaggio di Truman Burbank.
Mai e poi mai ci saremmo aspettati un Mr Popper così
appesantito, statico e banale. Che si sia messo a fare film
per bambini o che abbia deciso di interpretare questo ruolo
per qualsiasi altra ragione poco importa, quel che conta invece
è che depositata la maschera verde di The
Musk, che una volta spartite le acque della
minestra in Una settimana da Dio
e dopo aver scoperto che il mondo termina o
inizia dietro un telo (The Truman
Show), questa volta sei pinguini bastano per
mandarlo nel pallone. Ma forse la colpa non è sua, qualcuno
poteva offrirgli qualcosa di più ispirato piuttosto che
un prodotto così povero di fantasia ed umorismo? Sicuramente!
Un esperto immobiliare senza scrupoli, in grado di accaparrarsi
qualsiasi proprietà, e che dovrà, per diventare
partner effettivo dell’azienda, acquistare la Taverna
del leggendario ristorante Green a Central Park, di proprietà
di una donna che in realtà non vuole vendere.
Business, comodità ed eccessi, come un patologico ordine,
caratterizzano la sua vita, in più un divorzio dalla
moglie e come facilmente si può immaginare anche un cattivo
rapporto con i figli. Lo stesso Mr Popper ha avuto un padre
che raramente ha visto e che ha viaggiato in tutto il mondo,
quindi i valori della famiglia sono a lui piuttosto estranei.
Come ricucirli? Popper senior muore e come unica eredità
manda al figlio un pinguino.
Aver tentato di restituire l’uccello e servito solo per
guadagnarne altri cinque. La felicità è alle porte,
come sempre, seguendo il format tradizionale di questo genere
di film, gli animali giocheranno il loro ruolo di sarti nello
strappo degli affetti.
Popper non vuole sei pinguini, Popper non ne vuole neppure uno
solo, ma dopo averli battezzati uno ad uno quasi come i sette
nani di Biancaneve, li ha regalati in extremis al figlio per
il compleanno ed ora è la parola data ad entrare in gioco.
Quando la trama di per se non ha nulla di accattivante, quando
i rapporti tra i personaggi sono appena accennati - ex moglie
che non da segni di essere ex ne di essere moglie, una figlia
intrattabile che fa cadere le braccia ed figlio che non riesce
a decidere un ruolo - lasciano pensare che siano solo il contorno
di una storia molto più avvincente. In attesa della svolta
resteremo a guardare sei pinguini digitali che scivolano, inciampano,
mangiano, inteneriscono e scappano muovendosi come Charlie Chaplin,
mandando in subbuglio la vita di Mr Popper, ritrovatosi a dover
allestire il salone della sua bel la casa similmente ad un paesaggio
dell' Antartide, con tanto di ghiaccio.
Se solo Jim Carrey avesse ritrovato per caso la maschera verde
da indossare, sarebbe andata sicuramente in un altro modo.
Un tocco di simpatia nel rivedere Angela Lansubry (La
signora in giallo)e la segretaria Pippi (che
adora le frasi ricche di P) più infallibile di Mr.Popper
ed interpretata da Ophelia Lovibond, l'unica sulla quale dovrebbe
cadere l'attenzione di tutti, soprattutto dei produttori. [silvia
langiano] |