“Tutti
mentono, cambia solo quanto è grande la bugia e quali
conseguenze ne derivano.” Così James Foley (Paura,
Americani) presenta il suo nuovo
thriller che fa perno sul concetto di menzogna, quella che
l’uomo costruisce, coltiva e che poi fatalmente finisce
per ritorcersi contro. Una bugia che con l’uso della
tecnologia – vedi internet ed il mondo delle chat room
– si fa più elaborata con complicanze imprevedibili.
Di imprevedibile invece in Perfect Stranger
c’è poco o nulla.
Benvenuti nell’ennesimo thriller noia, della serie nulla
è quello che appare, non fidatevi di nulla e nessuno,
perché quanto dichiarato in un primo momento viene
sbugiardato poco dopo.
La storia è incentrata sul personaggio dell'aggressiva
ed ambiziosa giornalista Rowena Price (Halle Berry) che in
compagnia del suo socio esperto in informatica Miles (Giovanni
Ribisi) collabora per riviste scandalistiche sbugiardando
finti moralisti, politici pervertiti e via discorrendo; non
per amore della verità ma per ambizione al successo.
Lo stesso che accomuna l’arrogante, violento e maschilista
Harrison Hill (Bruce Willis), pubblicitario pescecane che
ha fatto fortuna con i soldi della moglie. Il suo punto debole
sono le donne, cosa che gli procurerà più di
un problema.
Il resto lo lasciamo agli arditi spettatori che si cimenteranno
in questa giostra di voltagabbana, dove la verità è
una, nessuna e centomila…
“Sono affascinato dall’idea che la gente –
continua Foley – a volte agisca senza rendersi conto
di quello che fa; il pubblico capisce il comportamento del
personaggio ma quest’ultimo no. Un personaggio con una
doppia vita si presta a qualcosa che solo il cinema è
in grado di fare: farlo vedere e sentire mentre dice o fa
qualcosa e mostrarci come in realtà stia pensando tutt’altro.”
La scoperta dell’acqua calda diremmo, ma il problema
non è il concetto espresso ma la sua messa in scena
credibile, rigorosa, originale. Tre elementi che mancano completamente
in un film che vuole, pretende arrogantemente di sorprendere
senza accorgersi di cadere invece nel non-sense. Halle Berry
è sempre bella e la performance di Bruce Willis tutta
da gustare. Ma è un po’ poco. L’unico elemento
di vero interesse rimane una delle location utilizzate per
il film, ovvero per la sede dell’agenzia pubblicitaria
di Harrison Hill. Trattansi infatti del primo dei nuovi edifici
costruiti sulle macerie del vecchio World Trade Center.
[fabio melandri]
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