Passione
id.
Regia
John Turturro
Sceneggiatura
John Turturro, Federico Vacalebre
Fotografia
Marco Pontecorvo
Montaggio
Simona Paggi
Scenografia
------------------
Costumi
Alessandra Gaudioso
Musica
AA.VV.
Interpreti
Mina, Spakka Neapolis 55, Avion Travel, Pietra Montecorvino, Massimo Ranieri, Misia, Lina Sastri, M’barka Ben Taleb, Peppe Barra, Angela Luce, Max Casella, Raiz, Gennaro Cosmo Parlato, Fiorello, Daniela Fiorentino, Lorena Tamaggio, Enzo Avitabile, Fiorenza Calogero, Pino Daniele, James Senese
Produzione
Skydancers, Squeezed Heart Production, Cinecittà Luce, Rai Cinema, Madeleine, Beta Cinema
Anno
2010
Nazione
USA, Italia
Genere
documentario
Durata
90'
Distribuzione
Cinecittà Luce
Uscita
22-10-2010
Giudizio
Media

Sembra proprio che ci sia tanta voglia di Italia. Mangia Prega Ama una macchietta di una Roma e di una Napoli un po’ cafone, Basilicata Coast to Coast canzonatura divertente di una regione troppo spesso non pervenuta. Benventui al sud, nuova versione del francese Giù al Nord che ha del tutto stracciato non solo l’ ambita meta di Sharm el Sheik, film che garantiva una prestazione da cinepanettone alla quale tutta l’Italia sembra non poter rinunciare, ma il sole del meridione ha umiliato tutto il box office, collocandosi al primo posto e facendo inabissare la celebre insegna delle colline di Hollywood.
Il ritmo della competizione cinematografica è scandito dunque dall’ Italianità, a volte distorta, a volte fedele, un po’ romantica e un po’ corrotta, di denuncia o goliardica comunque Italia.
E mentre Saviano ha avuto il coraggio di raccontare Napoli violenta, costretto fino a fuggirla, John Turturro con il suo sorriso si introduce nelle case della città, stringe la mano ai napoletani più poveri e gli chiede un po’ di tempo per dare il giusto riscatto alla più melodica e alla più passionale città Italiana. Lasciando che la gente balli e canti ed affermando lui stesso quanto sia stato facile convincerli ma difficile dirigerli, perché infondo a Napoli “tutti si sentono una star”.
Come risposta al dramma in cui converge spesso l’immagine partenopea, il regista italo americano ne esalta il ritmo inimitabile della sua musica, colei che cura le ferite di una città così difficile e alla quale l’Italia canora deve tanto.
Lanciandosi in un meraviglioso musical Turturro affida ai migliori artisti l’ espressione dei sentimenti che a Napoli convivono assieme, come un unico strumento, per poi recuperarli uno ad uno. E così si distinguono l’orgoglio, lo strazio, la gioiosità, la rabbia, l’ironia, la follia, l’amore e la poesia, che saltano sulle tamorre (tamburi) di Beppe Barra e scivolano nel sax di James Senese, si aggrappano alle corde vocali dell’afona Pietra Montecorvino e fuggono da quelle di Lina Sastri, sognano sulla bocca di Misia e impazzano nel ritmo di una tarantella ultramoderna. Nasce così Passione, film in cui strabilianti esibizioni vocali costruiscono una sceneggiata di emozioni reali e simultanee che fanno di Napoli un grande teatro musicale.
Si evoca il Vomero antico, poggio di alberi e casali, con le Villanelle e i cori a cappella delle lavandaie, che risalgono al 1250. Telecamere immerse in un fluido di emozioni che raggiungono il 1885 con Era de Maggio interpretata dagli Avion Travel e da due teatralissimi Beppe Servillo e Misia, la cantante portoghese dal volto appassionato con caschetto nero e rossetto rosso. Per ricordare il bombardamento della seconda guerra mondiale, Turturro sceglie piuttosto che Munasterio e Santa Chiara, la ben più scanzonata se pur drammatica Tammurriata nera interpretata dalla giocosa vocalità e dalla mimica di Peppe Barra. Camminano per i vicoli Raiz, Pietra Montecorvino e M’Barka Ben Taleb interpretando ognuno a suo modo Nun te scurdà uno dei brani più amati degli Almamegretta. Sarà invece affidata a James Senese il cui sax “porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita”, la canzone che da il titolo al film. Invece Fiorello sul “ciuccio” più che avere un ruolo fondamentale nel film, manifesta l’amicizia con Turturro lasciandoci immaginare quello che potrebbe essere un divertente break su un set cinematografico dove l’attrice protagonista è la musica.
Arrangiamenti classici e moderni corrono per le strade di Napoli e ne raccontano uno stile di vita che John Turturro farà viaggiare per il mondo. La sua simpatia è contagiosa quando alla fine del film nei titoli di coda si firmerà Giuà.

Eppure c’è anche chi la pensa così:
“Addio Mia Bella Napoli fuggo da te lontano. Perché si strano, tu mi dirai, perché? Perché mi reca nausea quella canzone ormai Te voglio bene assaje e tu non pienze a mme! (Anonimo - 1835)

[silvia langiano]