Presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra Cinematografica di Venezia, “La Passione” è un film che bene rappresenta lo spirito agrodolce della commedia italiana degli ultimi decenni.
Gianni Dubois, un sempre convincente Silvio Orlando, ex promettente regista cinematografico in piena crisi creativa, si trova costretto ad accettare la regia di una sacra rappresentazione di paese del Venerdì Santo per rimediare ai danni causati ad un antico affresco.
Quasi rassegnato, nell’impossibilità di fuggire, sceglie come suo assistente un ex galeotto, aspirante attore (Giuseppe Battiston) che lo aiuta nella realizzazione di questa che sembra un’impresa impossibile.
Solo pochi giorni per organizzare la messa in scena; il paese e tutti i suoi abitanti sono in pieno fermento affinchè l’evento ritorni al successo di un tempo e tutti hanno un ruolo deciso nella realizzazione.
Non delude Carlo Mazzacurati (“La giusta distanza”, “L’amore ritrovato”) che con sottile ironia descrive vite ai margini della provincia italiana, specchio di una realtà dei nostri giorni. Dialoghi curati, personaggi ben sviluppati, situazioni al limite del surreale, danno al film momenti di riflessione alternati a momenti di puro e spontaneo divertimento.
Divertente il cameo di Corrado Guzzanti nei panni di un divo della TV locale ingaggiato per interpretare niente poco di meno che...Gesù. [maria mineo]